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di AMDuemila
"Venticinque anni dopo abbiamo riprodotto quello che rilevavano a quell'epoca gli operatori di polizia giudiziaria, sostanzialmente un salto indietro nel tempo che è consistito nell'ascolto sulla stessa macchina sulla quale lavoravano allora”. E’ così che il colonnello della Dia Francesco Papa, ascoltato quest’oggi al processo sul depistaggio di via d’Amelio, in corso a Caltanissetta e che vede imputati per depistaggio i poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, accusati di calunnia aggravata dall'aver favorito Cosa nostra, ha parlato dei riferimenti agli apparati che registravano le conversazioni che partivano dal telefono del falso pentito Vincenzo Scarantino quando si trovava a San Bartolomeo a Mare. Uno scontrino strappato durante una telefonata e intercettazioni che non vengono registrate per presunti guasti tecnici, questo quanto è emerso dall'analisi di quattro nuovi episodi che si sono verificati tra il febbraio del 1995 e giugno dello stesso anno. "Il primo di questi - ha detto il colonnello Papa rispondendo alle domande del pm Gabriele Paci - riguarda un fatto fisico nel senso che come abbiamo visto, insieme alle bobine, esistevano i famosi nastrini, una sorta di rullo di carta termica che l'apparato Rt 2000 emetteva ogni volta che c'era un evento telefonico. Questi nastri a fine attività venivano chiusi, piegati e messi nella stessa custodia delle bobine. Aprendo una di queste custodie invece di trovare un nastro unico ne troviamo uno diviso in 3 parti con uno strappo irregolare in concomitanza di una progressiva delle 19.44. Questa è la numero 84, com progressiva, ma non abbiamo la 85 di cui invece abbiamo traccia sul display. Alle 19.44 c'è un evento che viene registrato sul display e sul nastino. L'evento subito dopo, alle 20.05 del 6 febbraio 1995, scompare. E' una telefonata della quale non troviamo traccia sullo scontrino strappato e non vi è traccia neanche nell'ascolto dei nastri Op e Ag". Del nastrino, ha spiegato il colonnello Dia, è stata fatta anchce una foto. "Il secondo evento - ha spiegato - si verifica alle 22.11 il primo marzo del 1995. Dall'ascolto delle bobine rileviamo una conversazione tra Scarantino e la cognata Maria Pia Basile. Durante la quale questa donna si lamenta. Gli dice che non vuole sapere più nulla di nessuno perché ormai lei è rimasta sola. Si capisce che la cognata non sta vivendo un bel periodo. Il giorno dopo, il 2 marzo, abbiamo una chiamata in uscita verso un numero riconduibile alla Questura di Palermo. Una chiamata non andata a buon fine con l'operatore che sul brogliaccio scrive con vi è stata risposta. Poi c'è un buco di quattro giorni in cui sostanzialmente non esist alcuna conversazione".
"Arriviamo al 6 marzo del 1995 - ha riferito il teste - in cui l'operatore scrive 'a causa mancanza energia elettrica apparato spento fino alle ore 15.11'. Dall'ascolto dei nastri però non c'è nulla che ci possa far pensare che ci sia stato un guasto tecnico. Il brogliaccio è vuoto per 4 giorni. L'ultima conversazione è di Scarantino con la cognata. Poi c'è la chiamata alla Questura di Palermo, senza risposta, e il buco. La cosa che ci colpisce è che entrambe le macchine non abbiano registrato nulla". La terza anomalia, approfondita nella nuova infromativa della Dia è quella del 30 maggio 1995. "Ci sono delle telefonate - ha proseguito l'ufficiale - tra Rosalia Basile, moglie di Scarantino e sua madre. In una di queste telefonate la madre piange per la figlia e poi la saluta. Due giorni dopo, il primo giugno, Scarantino più volte cerca di mettersi in contatto con uno dei numeri della procura di Caltanissetta, in particolare quella definita come la numerazione protetta in uso alla Proura. Compone quel numero per un'ora e 20 minuti, ripetutamente. Sul brogliaccio si annota, non comunica. Nei nastri non abbiamo conversazioni e registrazioni. Il nastrino invece ci dice che ci furono sei eventi telefonici in tutto tra le 17.03 e le 18.23, tutti da un minuto, tranne uno che dura 2 minuti, tra le 17.11 e le 17.13. Anche in questo caso c'è traccia sullo scontrino e sul display, ma non ci sono registrazioni sulle bobine Ag e Op. Il quarto e ultimo evento si verifica tra il 5 e il 6 giugno. Anche in questo caso abbiamo una serie di chiamate dirette all'utenza telefonica protetta in uso alla procura di Caltanissetta e un altro numero, sempre in uso alla Procura, dove anche per questi abbiamo una serie di tentativi di chiamate tutti da un minuto. Una telefonata dura invece nove minuti. Non abbiamo traccia sulle due bobine ma abbiamo traccia sullo scontrino e anche sul display. Vennero anche cambiate le bobine, probabilmente per una conversazione di un paio d'ore tra Rosalia Basile e la sorella che sta in Germania. Poi, successivmente, alle ore 20.40, diciannove minuti dopo il cambio delle bobine, l'operatore riporta che per un guasto tecnico l'Rt veniva riprogrammato. E avviene in concomitanza delle telefonate che dicevamo sopra". Alla domanda del procuratore aggiunto Paci su chi fossero gli operatori che firmarono il brogliaccio per le quattro anomalie riscontrate, la sigla sui brogliacci sarebbe quella di Mattei, ma se per i primi due casi, dagli accertamenti, effettivamente lo stesso sovraintendente risultarebbe essere stato in servizio fuori sede, nel periodo delle due anomalie successive non sarebbe stato in servizio. Il processo è stato rinviato al prossimo 22 luglio.

DOSSIER Processo Depistaggio via d'Amelio

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