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di AMDuemila - Video
In occasione dell’uscita in edicola del terzo volume della collana “Chiedi chi erano gli eroi” sulla figura di Pippo Fava, storico giornalista e intellettuale catanese assassinato da Cosa nostra il 5 gennaio 1984, ieri sulla pagina Facebook de Il Fatto Quotidiano, sono intervenuti il figlio Claudio, oggi presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Sebastiano Ardita, consigliere togato del Csm, il giornalista Giuseppe Pipitone e l’autore del fumetto Luca Ferrara.
“La cosa più bella di mio padre è quella di avermi insegnato il mestiere del giornalismo. Le sue inchieste sui rapporti tra il sistema di potere bancario e quello con il sistema dell’informazione sono state ereditate da un gruppo di giovani giornalisti. Ci ha mostrato come mettere insieme alcune vicende e collegarle tra loro dando un altro sguardo. Tutto questo ha reso mio padre non un eroe, ma un intellettuale che è stato in grado di comprendere e decifrare i meccanismi. Il suo esempio ha aperto una stagione di resistenza che continua ancora oggi con giovani colleghi che hanno l’età che avevamo noi all’epoca. Inchieste. La forza di persone come Giuseppe Fava è stata quella di aver aperto una breccia, creato un cammino”, ha ricordato Claudio Fava.
“La Catania di Giuseppe Fava era chiusa a riccio dentro un sistema di potere completo e monolite nel quale la mafia e poteri istituzionali sono solidali con l’assoluto controllo degli organi di informazione. - ha detto il magistrato catanese Sebastiano Ardita - La grandezza di Fava stava dunque nell’aver individuato questo aspetto, tanto evidente, quanto difficile da dimostrare con coraggio. Ma anche nel rifiutare che ci potesse essere una dimensione soltanto militare con la quale affrontare quei fenomeni. Nei suoi libri Giuseppe Fava raccontava una città e una regione con una profondità culturale che è tipica di chi affronta i problemi nella loro complessità a differenza di come avviene oggi. Ecco perché è diventato un personaggio storico nella lotta alla mafia e nella difesa della legalità per Catania. Per questo si presta, in questo caso, alla fumettistica che non è per tutti ma per quelli che hanno una grande carica di umanità da trasmettere come lui”.

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