di AMDuemila
La relazione del Procuratore capo Zuccaro alla richiesta di informazioni della Commissione regionale Antimafia
A fine novembre un gruppo di deputati dell'Ars (Assemblea Regionale Siciliana) aveva presentato alla Commissione Regionale Antimafia, presieduta da Claudio Fava, un esposto per "far luce" sulle ragioni che hanno portato l'autorità giudiziaria ad assegnare la scorta al giornalista Paolo Borrometi. A quella richiesta di chiarimenti, contenuta in una lettera nella quale, quasi nell'immediato, hanno ritirato la propria firma 5 degli 8 originari firmatari, ha risposto il procuratore Capo di Catania Carmelo Zuccaro. “Trasmetto relazione, con allegati gli atti non più coperti - si legge nella relazione del Procuratore di Catania - da segreto investigativo, dei magistrati di questa Direzione distrettuale antimafia che hanno trattato i più rilevanti tra i procedimenti in cui il giornalista Paolo Borrometi è parte offesa o in cui comunque gli imputati manifestavano forte risentimento e progetti di attentato nei suoi confronti. Come si evince chiaramente dalla relazione, esponenti di rilievo di pericolose consorterie mafiose operanti nel Siracusano, hanno posto in essere in tempi diversi comportamenti ostili nei confronti del giornalista”. La vicenda ruota attorno ai 4 arresti della polizia avvenuti a Pachino nell’aprile del 2018 in relazione all’intimidazione ai danni di una curatrice fallimentare. Durante le indagini gli inquirenti sono riusciti a scoprire, tramite le intercettazioni, il piano della mafia, in particolare del boss di Pachino Salvatore Giuliano, per eliminare il vice direttore dell'agenzia AGI. “Per quanto concerne il fallito attentato con autobomba - ha scritto Zuccaro - che sarebbe stato commissionato da mafiosi di Pachino, va evidenziato che l’ipotesi dell’autobomba costituisce un’interpretazione del giornalista, tutt’altro che campata in aria, ma comunque non suffragata da altri riscontri, di una conversazione intercettata nel procedimento penale di cui il gip nell'ordinanza con cui disponeva la custodia cautelare degli indagati riportata testualmente alcuni brani che, in ogni caso, sono certamente inquietanti perché sintomatici dei sentimenti nutriti da pericolosi esponenti mafiosi nei confronti - ha concluso - di un giornalista impegnato nella denuncia dei fenomeni criminali".
Foto © Imagoeconomica
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