di AMDuemila
Il racconto dell’assassino del giornalista e della sua ragazza oggi in aula nella testimonianza del killer che si è pentito, dichiarandosi colpevole
“Ho bussato alla porta, Ján Kuciak mi ha aperto, io gli ho sparato al cuore”. E’ questo il racconto di Miroslav Marcek (in foto), 37 anni, killer del giornalista slovacco, Ján Kuciak, ucciso il 22 febbraio del 2018, insieme alla sua fidanzata Martina Kusnírová. L’uomo quest’oggi in aula ha confessato la sua responsabilità come autore dell’omicidio e si è scusato con i familiari delle vittime. Tutto questo è accaduto all’interno del processo che si svolge a Pezinok, presso Bratislava con estreme misure di sicurezza. Uno tra i principali accusati è l'oligarca Marián Kocner, ritenuto dagli inquirenti il presunto mandante, il quale secondo l’accusa dei magistrati “avendo visto che era inutile continuare a insultare diffamare o minacciare i reporter, non ha esitato a trovare un'altra via per farli tacere: eliminarli fisicamente”.
L’ex militare ha raccontato con tanta precisione lo svolgersi dell’atto che portò alla morte del giornalista e della sua ragazza. “Ho suonato il campanello. Ján Kuciak è venuto subito ad aprirmi la porta. Io avevo la mia pistola in pugno, ho puntato al cuore e gli ho sparato un colpo a bruciapelo. - ha detto in aula - Mi sarei fermato a quel punto, ma purtroppo mi sono accorto che in casa era presente anche un'altra persona. Ho udito rumori, i suoi passi. Allora sono entrato, l'ho trovata. Cercava di nascondersi fuggendo in cucina, ho sparato anche a lei”. Poi il killer ha raccontato che “volevo uccidere la donna, non era nei miei piani, ma era testimone, mi aveva visto. Poi uscendo ho di nuovo sparato a bruciapelo su Kuciak che, agonizzante a terra, si contorceva dal dolore. - ha continuato - Mi spiace per le loro famiglie, le ho viste in tv narrare il loro dolore. Sono spezzato dal dolore anch'io, ma non posso tornare indietro, non posso cambiare quel che è accaduto”.
La testimonianza di Marcek è importante soprattutto per la posizione del principale imputato, ovvero Marian Kocner.
Gli imputati sono Kocner, la segretaria dell’oligarca Alena Zsuzsová, il secondo killer Tomás Szábó, e Zoltan Andrusko che aveva fatto da intermediario tra Kocner e i criminali.
Il mese scorso, Andrusko è stato condannato a 15 anni di carcere, dopo aver patteggiato. Andrusko, secondo i giudici, ha mediato tra Marcek e suo cugino Tomas Szabo, un ex poliziotto che avrebbe fatto da autista al killer.
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