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di Lorenzo Baldo
Venerdì scorso era stata confermata in Appello la condanna a 30 anni

Francesco Mazzega si è suicidato nella tarda serata di sabato. Per oltre quaranta minuti i medici del 118 hanno tentato di rianimarlo dopo che i familiari lo avevano trovato impiccato nel giardino di casa. Il giorno prima il 38enne di Muzzana di Turgnano (Ud) era stato condannato in appello a 30 anni di reclusione con l’aggiunta di ulteriori 3 di libertà vigilata per l’omicidio della sua ex fidanzata Nadia Orlando, di soli 21 anni, avvenuto il 31 luglio 2017. La conferma della condanna di primo grado era giunta dopo mesi convulsi nei quali i difensori di Mazzega, reo-confesso, avevano cercato di far spostare il processo fuori regione. Ma la Cassazione aveva invece confermato la sede naturale di Trieste. Poco tempo dopo l’omicidio, all’imputato erano stati concessi gli arresti domiciliari. Di fatto la decisione presa dai giudici era stata associata all’obiettivo di evitare la possibilità di un insano gesto in prigione. Cosa che purtroppo è avvenuta ugualmente nelle condizioni domiciliari in cui si trovava.
Non doveva finire così, noi volevamo solamente giustizia”, al telefono Antonella Zuccolo commenta a caldo la notizia, accanto a lei suo marito Andrea esterna ai cronisti locali tutta la loro vicinanza alla famiglia di Mazzega. Il suo suicidio va solamente ad aggiungere dolore ad altro dolore. Restano intatti gli interrogativi sulle misure detentive alternative adottate nei confronti del 38enne di Muzzana, così come la riflessione sulla possibilità che si sarebbe potuta evitare questa morte con una diversa metodologia giudiziaria.
Certo è che la strada per interrompere l’aumento vertiginoso di questo cancro chiamato femminicidio è del tutto in salita. E inevitabilmente passa attraverso le maglie di un sistema giudiziario più giusto e coerente. Che sappia farsi carico della pretesa di giustizia delle vittime e dei loro familiari, nel pieno rispetto dei diritti degli imputati, ma senza quel senso di impunità, presente in tanti casi di femminicidio, che spesso contribuisce ad una vera e propria escalation del fenomeno.

Foto © Tgr Rai

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