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di AMDuemila
La procura generale della Corte Suprema di Cassazione, rappresentata da Pietro Gaeta, ha chiesto la conferma della condanna per mafia per quanto riguarda il clan del litorale di Ostia Fasciani. Nel processo, davanti alla II sezione penale della Cassazione, sono imputate 12 persone di cui il pg ha chiesto che vengano respinti i ricorsi degli imputati perché ritenuti "inammissibili" ad eccezione di quello di Eugenio Ferramo per cui ha chiesto di rivedere il trattamento sanzionatorio. Inoltre, Gaeta ha chiesto l'accoglimento del ricorso del procuratore generale, e quindi un Appello Ter, per l'aggravamento della posizione delle due figlie del boss Carmine Fasciani, Sabrina e Azzurra, alle quali il secondo grado non aveva riconosciuto un ruolo apicale nell'organizzazione. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di reati che vanno dallo droga, all'usura, alle estorsioni.
Questo procedimento è la seconda volta che arriva in Cassazione in quanto il giudizio è tornato in Appello dopo che la la Suprema Corte aveva ordinato di svolgere un nuovo dibattimento per valutare l'esistenza della mafia che nel precedente secondo grado era caduta. Nell'ultimo Appello, il 4 febbraio scorso, i 13 imputati (ma in Cassazione sono 12 perché non ha presentato ricorso Gilberto Inno, condannato a 7 anni e un mese), hanno accumulato condanne per 160 anni: la più alta era stata inflitta al capofamiglia Carmine Fasciani (27 anni e 10 mesi). La moglie del 'boss', Silvia Franca Bartoli, era stata condannata a 12 anni e 5 mesi, le figlie Sabrina e Azzurra Fasciani, rispettivamente a 11 anni e 4 mesi e 7 anni e 2 mesi, il fratello Terenzio Fasciani a 8 anni e 6 mesi e il nipote Alessandro a 10 anni e 6 mesi. Riccardo Sibio a 25 anni e 3 mesi, Luciano Bitti 13 anni e 3 mesi, John Gilberto Colabella a 13 anni, Mirko Mazzoni a 10 anni, Danilo Anselmi a 7 anni, Eugenio Ferramo a 10 anni.

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