di Davide de Bari
Il pm nisseno ha chiesto di essere revocato dalla inchiesta che riguarda l’ex presidente di Confindustria Sicilia. Mentre la procuratrice generale Lia Sava si è astenuta nel nominare il sostituto procuratore per il processo d’appello
Sono giorni molto delicati per le inchieste che riguardano l’ex leader di Confindustria Sicilia Antonello Montante, condannato a 14 anni di carcere nel processo abbreviato in cui era accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. Da una parte c’è il sostituto procuratore nisseno Maurizio Bonaccorso che ha chiesto di lasciare le indagini sull’ex paladino dell’antimafia, sia quella in cui è accusato di concorso esterno, che il troncone in cui sono coinvolti anche l’ex presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, gli ex assessori Mariella Lo Bello, Linda Vancheri e imprenditori tra cui l’ex presidente di Sicindustria Giuseppe Catanzaro. Dall’altra la procuratrice generale di Caltanissetta Lia Sava ha scelto di astenersi nella nomina dell’accusa per il processo, in cui Montante è stato condannato in abbreviato, in dirittura d’arrivo in appello. Dunque, per competenza territoriale, la palla passerebbe alla procura generale di Catania.
Il “mistero” Bonaccorso
Senza alcuna dichiarazione, il pm Bonaccorso, che rappresenta l’accusa anche all’interno del processo contro Silvana Saguto, ha chiesto al procuratore capo Amedeo Bertone di essere rimosso dalle inchieste. Richiesta, che è stata accettata da Bertone, ma senza alcuna motivazione. Secondo alcune indiscrezioni si parlerebbe di “divergenze di vedute”. Dopo la decisione di Bonaccorso, in procura c’è stata una riunione in cui, secondo alcune indiscrezioni, il fascicolo Montante potrebbe finire nelle mani del pm Pasquale Pacifico, affiancato anche dalla sostituta Nadia Caruso.
L’inchiesta che riguarda Montante è arrivata alla seconda proroga che scadrà il prossimo gennaio. Si tratta della tranche per associazione a delinquere, corruzione, abuso d’ufficio e finanziamento illecito ai partiti con 10 indagati tra cui Crocetta, l’ex commissario Irsap, Maria Grazia Brandara, Carmelo Turco imprenditore ed ex delegato ai rapporti con le industrie petrolchimiche di Sicindustria, l’imprenditore Totò Navarra e il vice questore aggiunto Vincenzo Savastano. Secondo le indagini Montante con Turco, Amarù, Navarra e Catanzaro finanziarono illecitamente la campagna elettorale del 2012 di Crocetta, versando 200.000 euro circa ciascuno.
L’astensione della procura generale
La procuratrice generale nissea Lia Sava si è avvalsa della facoltà prevista dall’articolo 52 del Codice di procedura penale, che prevede l’astensione da un processo “quando esistono gravi ragioni di convenienza”. La stessa norma prevede che sarà la procura generale della Suprema Corte a pronunciarsi. E qualora fosse accettata “può essere designato alla sostituzione” un altro magistrato “appartenente all'ufficio ugualmente competente determinato a norma dell'articolo 11”. E poi subentrerebbe la procura generale di Catania. Dunque poi toccherà alla pg Roberto Saieva decidere a quale sostituto affidare il fascicolo. Inoltre, anche la presidente della Corte d’Appello nissena, Maria Grazia Vagliasindi dovrà decidere sul collegio giudicante.
Ciò che è certo che sia sulla decisione di Bonaccorso che quella della procuratrice Sava resta un “mistero” a cui non c’è stata motivazione.
Foto © Imagoeconomica
ARTICOLI CORRELATI
Processo Montante: per i giudici ''motore immobile'' di una ''mafia trasparente''
Montante e quel potere creato con la corruzione
Processo Montante, commercialista teste in aula: ''Davo fastidio con consulenze e subii ispezioni''
Caso Montante: Messana e Tornatore raccontano pressioni e condizionamenti del sistema
Montante condannato per corruzione a 14 anni di carcere
Sistema Montante. Il pentito Riggio: ''Mi informò delle indagini su mio cugino Barbieri''
L'inganno è peggiore del tradimento
Report, il caso Montante e la Trattativa Stato-Mafia
Montante, la maschera dell'Antimafia