di Lorenzo Baldo
Da Recanati il messaggio di pace della cantante israeliana
Sventola leggera la bandiera italiana posta in cima alla Torre civica di Recanati. Una brezza estiva muove il tricolore mentre la voce di Achinoam Nini, in arte Noa, “sorella della pace”, si espande come un balsamo nella piazza dedicata al Poeta dell’Infinito. E’ la notte della crisi di governo. Una notte di inquietudini e timori per chi ha a cuore le sorti di questo Paese. Da qualche ora si è consumata la cronaca di una morte annunciata da tempo. Dopo l’approvazione dello scellerato Decreto sicurezza bis Matteo Salvini ha incassato ugualmente la vittoria sulla Tav Torino-Lione aprendo così la strada per la caduta del governo con conseguenti imminenti elezioni. Non sono bastati i casi Siri e Russopoli per far arrestare la carriera del ministro dell’Interno. Né tanto meno sono bastate le sue prese di posizione a dir poco fasciste sugli immigrati per far prendere coscienza della sua reale natura. L’anestesia totale del popolo italiano si misura anche da questa colpevole acquiescenza. Che si traduce nella più becera complicità, perpetrata anche da parte dei grandi media ugualmente responsabili di questo imbarbarimento sociale. Il parallelismo con il ventennio fascista si fa via via sempre più strisciante. Cambiano solo le modalità e le facce degli attori e delle comparse.
Il sequestro di tanti poveri cristi alla deriva? Altre medaglie da appuntare sulla divisa di Salvini, letteralmente rubata a chi fa parte davvero delle Forze dell’ordine. I suoi insulti e le sue minacce rivolte a chi ha salvato vite umane nel Mediterraneo? Nuovi bonus nel suo curriculum. La sua astuta strumentalizzazione della religione, nello specifico della Madonna, con tanto di rosario da mostrare in pubblico? Altri fan che si aggiungono entusiasti. Pienamente raggiunto il suo obiettivo di fare leva sulla paura degli italiani per raccattare consenso e voti. Che arriveranno fluidi da quegli stessi italiani che ora lo acclamano a gran voce come il possibile salvatore della Patria. Un Paese che ora si ritrova più incattivito, rabbioso, amareggiato e soprattutto disilluso nei confronti di coloro verso i quali erano state risposte le speranze di un cambiamento. Del Movimento 5 Stelle probabilmente gli storici evidenzieranno incompetenze o ingenuità che li hanno portati ad essere fagocitati dai giochi di potere. O bisogna pensare che - salvo chi nel Movimento ci ha messo davvero anima e corpo per migliorare questo Stato - è stato un colossale bluff fin dall’inizio? Molto difficile riuscire a scacciare via quel senso di tradimento per alcune loro promesse non mantenute: una su tutte il dietro front dei pentastellati sull’Ilva di Taranto.
Sempre più realistica diventa quindi l’immagine di Matteo Salvini nuovo Premier acclamato da una folla in Piazza Venezia a Roma. La disperata domanda su come sia stato possibile ridursi così affonda le sue radici nel passato prossimo, nell’immaginario collettivo della stragrande maggioranza del popolo di questo Paese. Eccolo il popolo schiavo che vuole con tutte le sue forze un “capo” che lo comandi, che lo guidi allegramente verso il baratro, verso la morte dei diritti umani, della giustizia e della democrazia. Che poi questo capo si chiami Mussolini, Berlusconi o Salvini poco importa. E se nel passato il popolo scelse Barabba è solo la storia che si ripete. Resistenza, resilienza e disobbedienza civile restano i baluardi ai quali aggrapparsi in questi tempi nei quali comunque si intravedono tracce di umanità da proteggere. Quell’umanità che si respira forte nelle parole vibranti di Noa in questa notte italiana gravida di pensieri e preghiere. Dal palco di Recanati la voce di questa cantautrice, poetessa, percussionista, compositrice israeliana arrivano dritte al cuore. E’ l’ospite internazionale di “Lunaria”, la rassegna estiva di Musicultura, ideata dall'associazione Musicultura, sostenuta dal Comune di Recanati e con la collaborazione di Amat. Tra una canzone e l’altra - con splendide acrobazie dalla musica internazionale, a quella classica di Bach, fino alle melodie napoletane - Noa legge in italiano alcuni suoi appunti che parlano di pace, fratellanza, giustizia, solidarietà. “Siamo tutti migranti in questo mondo” afferma con grande dolcezza ma anche tanta fierezza, per poi evidenziare l’importanza di proteggere la vita, tutelare l’umanità, abbattere le frontiere “in questi tempi terribili”. Tornano in mente le sue parole dello scorso marzo all’Università di Padova quando aveva affermato che amava il suo Paese e proprio per questo si sentiva in diritto di criticare il governo di Benjamin Netanyahu e le sue politiche. “La paura si è diffusa - aveva ribadito in quella occasione -. Ed è diventata un pericolo. Il pericolo numero uno del mondo”. Un pericolo reale, mai così tangibile come in questo momento in Italia. Una paura che - anche solo per un momento - scompare nella notte recanatese mentre la voce di Noa accarezza l’Ave Maria. In cima alla torre la bandiera continua a sventolare.
Info: noasmusic.com
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