di AMDuemila
Annullate senza rinvio condanne a Bossi e Belsito
La Corte di Cassazione, conclusa la Camera di consiglio dalla durata di cinque ore ha deciso: il reato di truffa per l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito e per Umberto Bossi nell’ambito del processo sulla truffa ai danni dello Stato sui rimborsi elettorali è prescritto.
"L'impianto probatorio è privo di incertezze da non poter essere messo in discussione", aveva detto il sostituto procuratore generale della Cassazione, Marco Dall’Olio, al termine della quale aveva chiesto di confermare la sentenza della Corte d’Appello di Genova del 26 novembre scorso (condanna a 3 anni e 9 mesi all'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, e a un anno e 10 mesi per Umberto Bossi, ndr). Ma la Suprema Corte ha deciso diversamente.
Così è stata annullata senza rinvio per prescrizione la condanna per truffa nei confronti di entrambi. Mentre resta confermata la confisca diretta dei 49 milioni a carico della Lega come permangono ancora gli eventuali risarcimenti alle parti civili Camera e Senato. Diversamente cadono le confische per equivalente nei confronti di Bossi e Belsito.
Belsito resta responsabile di appropriazione indebita: per lui ci sarà la rideterminazione della pena in Appello.
Quanto ai tre ex revisori dei conti della Lega Nord, la Cassazione ha assolto Stefano Aldovisi dalla condanna a 4 mesi, mentre sono state confermate le condanne a 8 mesi per Diego Sanavio e Antonio Turci per indebita percezione.
Secondo l'accusa il partito aveva ottenuto rimborsi elettorali ai danni del Parlamento, tra il 2008 e il 2010, falsificando rendiconti e il bilancio.
"Sono anni che vanno avanti con questi 49 milioni, a me non cambia niente. Non mi cambia la vita", ha commentato il leader del partito e ministro dell'Interno, Matteo Salvini.
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