di AMDuemila
Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso e teste-imputato al processo trattativa Stato-mafia, lascia il carcere. Il tribunale di sorveglianza di Roma ha accolto la richiesta dei suoi legali, Roberto D'Agostino e Claudia La Barbera, concedendogli la detenzione domiciliare per motivi di salute. I due legali già alla prima udienza del processo d'appello sulla trattativa avevano prospettato lo stato di salute precaria del loro assistito. "Negli ultimi giorni la situazione è peggiorata, ha avuto problemi gravi e manifesta un forte stato confusionale mostrando un'incapacità di rendersi conto anche degli aspetti processuali rispetto l'odierna udienza - avevano detto lo scorso 29 aprile - Per questo chiediamo una perizia tendente a stabilire le capacità del Ciancimino di partecipare coscientemente al processo". Successivamente i giudici della Corte d'assise d'appello, Presidente Angelo Pellino e a latere Vittorio Anania, hanno deciso di disporre nuovi accertamenti per valutare le condizioni fisiche di Massimo Ciancimino, uno degli imputati al processo trattativa Stato-mafia, e valutare la possibilità dello stesso di poter seguire il processo.
Ciancimino, che sta scontando la condanna definitiva a 3 anni per detenzione di esplosivo e una a due anni e otto mesi per riciclaggio, è dunque tornato a casa, ai domiciliari, in un appartamento "lontano dalla Sicilia", come ha dichiarato all'Adnkronos il suo legale, l'avvocato Roberto D'Agostino. "Le sue condizioni sono critiche - ha detto oggi il legale - speriamo che in casa possa curarsi nel migliore dei modi".
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