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di AMDuemila
Tra questi anche il generale Alessandro Casarsa. Ilaria Cucchi: "Momento storico estremamente significativo"

Si apre un'altra pagina per l'accertamento della verità sulla misteriosa morte del geometra Stefano Cucchi, deceduto a Roma il 22 ottobre 2009. Il Gup ha disposto il rinvio a giudizio per otto militari dell'Arma, tra cui ufficiali di alto rango, accusati del presunto depistaggio relativo alle indagini sulle cause della morte del giovane romano. Tra i militari imputati nel processo, il quarto sulla tragica vicenda, di falso, omessa denuncia, calunnia e favoreggiamento vi sono nomi illustri dell'Arma come il generale Alessandro Casarsa, che nel 2009 era alla guida del gruppo Roma e il colonnello Lorenzo Sabatino, ex capo del Reparto operativo della capitale. Finiti alla sbarra anche l'ex comandante della stazione di Tor Sapienza, dove Cucchi venne portato dopo il pestaggio, Massimiliano Labriola Colombo, il militare in servizio quando Cucchi entrò in caserma, Francesco Di Sano, il capufficio dell'epoca del comando del Gruppo carabinieri Roma Francesco Cavallo, il maggiore Luciano Soligo, l'ex comandante della compagnia Talenti Montesacro, l'ex comandante della quarta sezione del nucleo investigativo Tiziano Testarmata, e il carabiniere Luca De Cianni.
Secondo l'accusa il depistaggio partì proprio da Casarsa e a cascata venne posto in essere dagli altri secondo i vari ruoli di competenza. "Casarsa, rapportandosi con Soligo, sia direttamente sia per il tramite di Cavallo, chiedeva che il contenuto della prima annotazione (redatta da Di Sano secondo cui Cucchi lamentava dolori al costato e che non poteva camminare, ndr) fosse modificato nella parte relativa alle condizioni di salute di Cucchi", ha scritto il pm Giovanni Musarò. Cavallo, dal canto suo, "rapportandosi direttamente sia con Casarsa che con Soligo chiedeva a quest'ultimo che il contenuto di quella prima annotazione fosse modificato".
Soligo, sempre secondo Musarò, "veicolando una disposizione proveniente dal Gruppo Roma ordinava a Di Sano, anche per il tramite di Colombo Labriola, di redigere una seconda annotazione di servizio, con data falsa del 26 ottobre 2009 nella quale si attestava falsamente che 'Cucchi riferiva di essere dolorante alle ossa sia per la temperatura fredda/umida che per la rigidità della tavola del letto ove comunque aveva dormito per poco tempo, dolenzia accusata per la sua accentuata magrezza omettendo ogni riferimento alle difficoltà di deambulare accusate da Cucchi".
Prima che il Gup si esprimesse però, l'imputato dell'Arma più importante, parlando di grado militare, Alessandro Casarsa, ha reso dichiarazioni spontanee chiamando in causa l'allora comandante provinciale di Roma Vittorio Tomasone. Dichiarazioni ora agli atti del processo. In breve Casarsa ha parlato delle note mediche presenti nella sua relazione datata 30 ottobre 2009: un documento sotto l'attenzione degli inquirenti, perchè all'epoca anticipava le conclusioni di esperti medici legali che ancora dovevano essere nominati. "Le uniche informazioni mediche relative a Stefano Cucchi le ho ricevute il 30 ottobre 2009, - ha spiegato Casarsa in aula - quando sono andato al Comando provinciale. Questo dopo che, la mattina, il comando provinciale aveva voluto in una riunione guardare in faccia tutti i protagonisti della vicenda per ricostruire i fatti". E poi "al comando provinciale il contatto che io avevo come comandante del gruppo era con il comandante provinciale. Non ho mai avuto contatti né con i magistrati né con i medici legali in merito a questa vicenda".
Alla notizia del rinvio a giudizio degli 8 militari Ilaria Cucchi, sorella della vittima, ha commentato: "Questo e' un momento storico estremamente significativo". "E' tutto partito da questa persona, per merito di Riccardo Casamassima siamo arrivati fin qui. Dieci anni fa, mentre ci sbattevamo in processi sbagliati, non potevamo nemmeno immaginare quello che stava avvenendo alle nostre spalle e sulla nostra pelle. Oggi per quel motivo qualcuno sarà costretto a risponderne in un'aula di giustizia". La prima udienza si terrà il 12 novembre.

Foto © Imagoeconomica

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