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di AMDuemila
Nel pomeriggio il giudice Luparello potrebbe ritirarsi in Camera di consiglio

Ultimi atti per il processo in abbreviato che vede imputato l'ex presidente degli industriali siciliani Antonello Montante. Ieri è stata la volta delle arringhe della difesa Montante rappresentata dagli avvocati Carlo Taormina e Giuseppe Panepinto, con quest'ultimo che dovrebbe concludere oggi la sua discussione, dopodiché, nel pomeriggio, il giudice Graziella Luparello dovrebbe ritirarsi in camera di consiglio.
La difesa dell'ex leader di Sicindustria ieri ha sostenuto ancora una volta che il clima in cui si è celebrato il processo non era sereno ("Questa non era la sede per poter fare il processo perché questi magistrati sono condizionati dalla preoccupazione che essere stati vicini a Montante per tanti anni possa essere stato qualcosa che oggi si possa ritorcere contro di loro. Una serie di comportamenti che naturalmente non consentono un giudizio sereno") ed ha evidenziato come le accuse di mafia nei confronti dello stesso imputato siano cadute (anche se nel corso della requisitoria si è appreso che l'indagine per concorso esterno è ancora aperta, ndr). "Qui c'è anzitutto da prendere atto - ha detto Taormina - che da un punto di vista di implicazioni di carattere mafioso non ce ne sono assolutamente. Si tratta poi di capire se all'interno di questo percorso ci possano essere state delle situazioni che non siano andate secondo quello che avrebbe voluto la legge e questo sarà oggetto di accertamento. Rivendichiamo la titolarità in capo a Montante di essere stato e di essere ancora il vessillo dell'antimafia e chi lo vuole abbattere è il potere mafioso che è riemerso, purtroppo allineato a quello giudiziario che inconsapevolmente sta dando un forte contributo alla sua vittoria. Montante ha operato all'insegna dell'antimafia quasi per 10 anni e mezzo e pare che la pubblica accusa si sia ispirata a questo concetto: dieci anni e mezzo hai governato, dieci anni e mezzo stai in galera. Forse è una casualità ma a me è venuto in mente proprio questo".
L'accusa contro Montante è di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione con alcuni esponenti delle forze dell'ordine. Alla fine della requisitoria, la Procura di Caltanissetta ha chiesto per l'ex industriale la condanna a dieci anni e dieci mesi di carcere. Ugualmente pesanti condanne sono state chieste per l'ex ispettore di polizia Diego Di Simone (7 anni, un mese e 10 giorni), secondo l'accusa il trait d'union tra l'ex presidente di Sicindustria e gli appartenenti alla polizia di Stato, oltre che con delle misteriose talpe istituzionali rimaste ad oggi ignote, ma anche colui che avrebbe violato più volte la banca dati della polizia per favorire l'attività di dossieraggio messa in atto. Condanna chiesta anche per Marco De Angelis (6 anni, 11 mesi e 10 giorni), funzionario della questura di Palermo; due anni e 8 mesi sono stati chiesti per Andrea Grassi, ex funzionario del Servizio centrale operativo della polizia, oggi questore di Vibo Valentia, quattro anni e 6 mesi sono stati sollecitati per il colonnello Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di finanza di Caltanissetta, accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla rivelazione di notizie coperte dal segreto d'ufficio, al favoreggiamento. I pm hanno invece chiesto l'assoluzione per Alessandro Ferrara, ex dirigente generale delle Attività produttive.
Durante la requisitoria i pm Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso, hanno messo in evidenza una serie di episodi volti a dimostrare come Montante avrebbe cercato di ottenere notizie riservate sui profili di alcune persone di suo interesse.

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