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di AMDuemila
Ad uccidere Orazio Pino, l'ex sicario pentito di mafia trovato morto in un parcheggio di un supermercato a Chiavari, è stato un colpo di pistola di grosso calibro. A confermarlo è stata l'autopsia che è stata eseguita ieri dal medico legale Francesco Ventura. Il proiettile, che è rimasto schiacciato dentro la testa dopo avere sbattuto contro l'osso del cranio, è stato "attutito" dal cappuccio della felpa che Pino indossava sul capo al momento dell'omicidio. Con ogni probabilità si tratterebbe di un colpo sparato da una calibro 38. Prima dell'autopsia c'era il dubbio che l'uomo fosse stato ucciso con uno stiletto o con una pistola di piccolo calibro. Intanto gli uomini della squadra mobile di Genova, guidati dal primo dirigente Marco Calì, hanno eseguito lo stub su amici e parenti della vittima, tra cui l'ex socia che lo aveva denunciato per il furto di alcuni gioielli dalla società che gestivano insieme, il fratello di lei e il suo nuovo fidanzato. Sequestrati anche gli indumenti per consentire le analisi alla ricerca di tracce di polvere da sparo e gli abiti di Pino per cercare eventuali tracce dell'assassino. Subito dopo l'omicidio, gli investigatori, coordinati dal pm Silvia Saracino, avevano sequestrato in casa della donna, che vive col fratello e la mamma, alcuni grammi di cocaina e hascisc e sostanze da taglio. Per quanto riguarda l'ex socia è emerso il fato che aveva avuto una relazione con la vittima e, anche dopo la fine del rapporti, erano comunque rimasti in affari fino al 2018, quando i due hanno litigato e la donna ha denunciato Pino per il furto di alcuni preziosi. L'inchiesta era stata archiviata e Pino era stato prosciolto. I rapporti tra i due erano proseguiti ancora, pure recentemente, sempre in maniera burrascosa. Secondo quanto raccontato dai parenti della vittima, la donna avrebbe sostenuto di avere avuto una figlia con l'ex pentito e che lui non l'aveva riconosciuta. Forse la donna aveva chiesto soldi alla vittima per aiutarla magari in un momento economico difficile. Nel frattempo la scientifica sta analizzando una serie di reperti catalogati nel parcheggio dove c'è stato l'omicidio: dietro una colonna del parcheggio, vicino a dove era posteggiata la macchina dell'ex boss, sono state trovate alcune impronte di scarpe, mozziconi di sigarette, e impronte digitali parziali sul muro. Anche per questo sono stati eseguiti tamponi a familiari e conoscenti per la comparazione del Dna.

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