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matacena amedeo c imagoeconomica 1994di AMDuemila
Ad annunciarlo il sottosegretario alla Giustizia Ferraresi

Potrebbe concludersi presto la latitanza di Amedeo Matacena, ex deputato di Forza Italia, rifugiatosi negli Emirati Arabi per sfuggire alla condanna in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Il Governo, infatti, ha presentato una nuova richiesta di estradizione dopo l’approvazione del Trattato di cooperazione Giudiziaria tra i due Paesi. Ad annunciarlo nei giorni scorsi è stato il sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi in replica "alle accuse da parte dei colleghi del Pd di inerzia o, peggio, di connivenza sulla latitanza di condannati italiani".
"A seguito della ratifica dei trattati - ha aggiunto - abbiamo prontamente avanzato una nuova richiesta di estradizione per Amedeo Matacenae per tutti gli altri latitanti negli Emirati Arabi Uniti, di cui stiamo attendendo risposta dalle autorità emiratine, per riuscire finalmente ad assicurarli alla giustizia italiana. E' solo però grazie all'impulso di questo governo che il Senato ha approvato, lo scorso 3 ottobre, in via definitiva - specifica Ferraresi, esponente del Movimento Cinque Stelle - il ddl di ratifica dei trattati tra Italia e Emirati Arabi Uniti su estradizione e assistenza giudiziaria penale, che erano stati firmati ad Abu Dhabi il 16 settembre 2015".
In totale, grazie al nuovo trattato, dovrebbero essere una dozzina i latitanti che potrebbero essere estradati. Figure di spicco sono l'ex parlamentare di Forza Italia ma anche il cognato di Gianfranco Fini, Giancarlo Tulliani, per il quale in Italia è stato chiesto il rinvio a giudizio per corruzione. Il Trattato di estradizione tra Italia ed Emirati Arabi che fu firmato nel 2015 subì uno stop quando l’Italia ratificò una direttiva Ue che ne aveva sospeso gli effetti: la norma comunitaria stabilisce che quando si sigla un accordo con uno Stato in cui vige la pena di morte (come gli Emirati Arabi) deve essere esplicitato - in caso di estradizione verso quei Paesi - che la pena capitale va commutata in detentiva. Successivamente lo scorso Governo ha concordato questo passaggio normativo legato alla pena di morte, così l’Italia ha potuto siglare la ratifica definitiva dell’accordo.
A sostegno della latitanza di Amedeo Matacena, secondo i magistrati della Dda di Reggio Calabria, si sarebbe mossa una rete internazionale di soggetti, la medesima che si attivò in occasione della latitanza di Marcello Dell'Utri. Anche di questo si parla nel processo Breakfast, in corso a Reggio Calabria, che vede imputati, fra gli altri, l'ex ministro dell'Interno, Claudio Scajola, e la moglie di Matacena, Chiara Rizzo, proprio per aver favorito la latitanza dell'ex politico.

In foto: Amedeo Matacena in uno scatto del 1994 © Imagoeconomica

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