di Aaron Pettinari
Nei giorni scorsi i pm di Palermo hanno chiesto l'archiviazione del fascicolo
La scorsa settimana la Procura di Palermo ha chiesto al gip l'archiviazione del fascicolo d'indagine per la scomparsa, il 3 agosto 2007, degli imprenditori Antonio e Stefano Maiorana, padre e figlio. Anche se gli inquirenti ritengono di non avere gli elementi sufficienti per sostenere l'accusa di omicidio ed occultamento di cadavere a carico del costruttore Paolo Alamia (considerato vicino ad ambienti mafiosi e all'ex sindaco Vito Ciancimino) e dell'imprenditore Giuseppe Di Maggio, di Torretta, nelle carte dell'inchiesta condotta dal pm Roberto Tartaglia vi sono elementi importanti che possono definire i contorni di una vicenda a lungo avvolta nel mistero.
Ad arricchire il "giallo" spunta persino il nome del boss super latitante trapanese Matteo Messina Denaro.
Dalla deposizione dei due testimoni sentiti dai magistrati, è emerso che il boss di Castelvetrano avrebbe avuto una relazione con la compagna di Antonio Maiorana, l'argentina Karina Andrè. I due testi avrebbero saputo della relazione dalla stessa donna e spontaneamente, senza che gli fosse stata rivolta la domanda, l'hanno riferita agli inquirenti. Una testimonianza particolarmente sofferta.
"Il mio rapporto con Karina André è diventato più intimo dal maggio del 2007. Proprio in quei mesi - ha dichiarato il teste, poi colto anche da un malore - la donna mi parlò di un rapporto molto confidenziale che la stessa aveva con un mafioso di Trapani. Di questa persona mi disse che era un mafioso 'importantissimo' e che, se lei lo avesse chiesto, aveva un potere tale che avrebbe potuto risolvere qualunque tipo di problema: tuttavia non ne fece mai espressamente il nome. Ritengo molto probabile che si tratti di Matteo Messina Denaro". "Karina era legata a un soggetto benestante di Trapani - ha aggiunto un secondo testimone - Ho dedotto che era Matteo Messina Denaro. Una sera, mentre si trovava a bordo di un’autovettura insieme al compagno e ad altre quattro persone, si sono fermati nella zona del lungomare di Trapani. Uno di questi soggetti fu ucciso a colpi di arma da fuoco. Lei mi disse che il suo compagno, quando aveva problemi con altri, era solito eliminarli fisicamente". La donna, da parte sua, non ha confermato la vicenda.
Nella richiesta di archiviazione i pm hanno vagliato tutte le piste possibili per ricostruire i motivi della loro scomparsa.
Secondo l'ipotesi degli inquirenti il movente dell'omicidio di Antonio e Stefano Maiorana sarebbe un ricatto sessuale. Maiorana padre sarebbe entrato in possesso di video hard che coinvolgeva uno dei suoi soci e l'avrebbe ricattato pretendendo, in cambio del silenzio sul video, le sue quote della società immobiliare Calliope srl. Del ricatto sarebbe stato a conoscenza l'altro figlio di Maiorana, Marco che lo avrebbe annotato in un Topolino, rinvenuto dagli investigatori, in cui era scritto: "Con Karina (ex compagna di Maiorana, indagata e poi prosciolta, ndr) abbiamo distrutto la memoria del pc". Il giovane non avrebbe retto di fronte ad una vicenda così grande e per questo si sarebbe suicidato.
La vittima del ricatto avrebbe finto di acconsentire dando a Maiorana un appuntamento e facendogli credere che l'avrebbe coinvolto in un affare immobiliare, ma in realtà si sarebbe trattato di un tranello e Maiorana e il figlio, da cui il costruttore si sarebbe fatto accompagnare, sarebbero stati eliminati.
La scomparsa dei Maiorana fece "rumore" anche dentro Cosa nostra tanto che i boss di San Lorenzo, Salvatore e Sandro Lo Piccolo, avrebbero avviato un'istruttoria interna per tentare di capire cosa fosse successo ai due che avevano aperto un cantiere nel "loro" territorio.
Il collaboratore di giustizia Andrea Bonaccorso ha raccontato di avere saputo dal capomafia di Bagheria Pino Scaduto che il 5 novembre 2007, giorno dell'arresto dei Lo Piccolo, questi si sarebbero dovuti incontrare con Messina Denaro a Giardinello per discutere di un fatto importantissimo. E l'ipotesi è che proprio il caso Maiorana fosse al centro del summit. Mentre stava andando all'appuntamento, il capomafia di Castelvetrano, vedendo in volo un elicottero della polizia, avrebbe fatto marcia indietro. "Se i poliziotti avessero aspettato al massimo un'ora, in quella casa sarebbe successo il 48" - ha detto Bonaccorso. A queste parole si aggiungono le dichiarazioni di Gaspare Pulizzi il quale ha detto di avere chiesto informazioni a Giuseppe Di Maggio, titolare di una piccola impresa di movimento terra e indagato per la scomparsa degli imprenditori, proprio sulla scomparsa di padre e figlio.
Per quanto riguarda l'inchiesta Rossella Accardo, madre e moglie di Maiorana, prosegue la sua ricerca di verità chiedendo a "chi sa, di farsi avanti". Assieme all'avvocato Giacomo Frazzitta, ora dovrà valutare se presentare o meno opposizione alla richiesta di archiviazione.