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20181103 premiazione vas sorrentodi Karim El Sadi
L'ottava edizione a tema Criminalità, sicurezza e controllo democratico del territorio

Sabato 3 novembre si è svolta a Sorrento, presso la Villa Fiorentino, sede della Fondazione Sorrento, l'apertura del consueto appuntamento che la Città del Tasso rinnova con il premio VAS, Verdi Ambiente e Società. Quest’anno si è deciso di tenere un convegno su “Criminalità, sicurezza e controllo democratico del territorio” moderato dal giornalista di Presa Diretta Rai, Riccardo Lo Iacona. Tra i relatori dell'evento è intervenuto anche Sergio Santoro, Presidente della Sesta Sezione Giurisdizionale del Consiglio di Stato, il quale si è soffermato sul fronte amministrativo del contrasto al crimine organizzato e in particolare sul nodo delle interdittive. “Molte problematiche derivano da leggi scritte male o maliziosamente male - ha esordito Santoro - l'interdittiva era uno strumento importante che serviva per impedire ad alcuni operatori economici di poter conseguire dei risultati con una sorta di contiguità con le organizzazioni criminali. Ebbene, con la famigerata legge, articolo 32 comma 10, questa interdittiva è sterilizzabile. Cioè - ha spiegato - a discrezione del presidente dell'ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione, ndr) se un'azienda incorre in una vicenda che ha un rilievo nei procedimenti penali l'interdittiva che avrebbe portato a non rendere efficaci i contatti che l'operatore avrebbe conseguito con attività illecite, possono continuare con un commissariamento che però non altera la compagine sociale dell'operatore economico che ha commesso illeciti, conserva l'azionariato, seppure in questo momento sia sospeso, e fa in modo che gli utili che questa azienda produce vengano comunque realizzati e distribuiti con sub contratti, consulenze, fatture e sub appalti”. “In pratica - conclude - viene alterata la concorrenza - ovvero - l'interdittiva non ha più quella funzione di recupero della concorrenza grazie a questa alterazione che le leggi gli hanno dato. Oggi è possibile che un operatore più vicino alla politica possa conseguire, nonostante gli illeciti, uno stop, un vantaggio e un congelamento delle vicende che lo riguardano.” La soluzione secondo Santoro potrebbe essere un ritorno alla giurisdizionalizzazione del meccanismo delle interdittive. Il giudice ha infine fatto riferimento al giro di affari degli appalti di EXPO 2015 i quali, dicono i giudici della sesta sezione penale di Milano, erano obbiettivo delle cosche ennesi. “E' singolare il caso Maltauro - ha sottolineato Santoro - l'imprenditore poteva generare uno scivolamento, uno scorrimento della graduatoria dei vincitori di un concorso per la piazza, ma questo scivolamento, sancito dal Tar della Lombardia, non c'è stato perchè è intervenuta l'ANAC con la sterilizzazione tramite interdittiva”. In seguito ha preso parola Padre Antonio Coluccia, originario di Specchia (LE). Coluccia è un giovane sacerdote che ha preso in gestione una villa confiscata di un boss della Banda della Magliana alle porte di Roma, trasformandola in un centro di accoglienza per gli “ultimi”. “Accolgo ragazzi di strada, che hanno un curriculum di malaffare, persone alle quali propongo un contratto di legalità”. “La verità vi farà liberi” ha detto Coluccia, dicendosi “sacerdote attivo del Vangelo” e per questo motivo “cerco di ridare a queste persone dignità, riappropriandosi di casa loro, perchè un ragazzo che ha spacciato o fatto uso di sostanze stupefacenti, si riappropria del suo bene poichè nell'altra vita finanziava i malavitosi, che vivono di questo malaffare attingendo a questi proventi per potersi sostenere”. Coluccia, da sempre impegnato nel sociale, ha parlato in serata di legalità e di lotta alla mafia, la stessa che lo ha più volte minacciato di morte nel corso degli ultimi anni. “Alla parola legalità bisogna accompagnare la parola lavoro - ha affermato - dobbiamo liberare i ragazzi da questa mala proposta liberandoli dalla strada, dall'ignoranza, dalla violenza, dall'arroganza e dalla prepotenza. La mafia oggi parla in italiano e in dialetto, in italiano perchè è negli appalti pubblici e si introduce dove ci sono forme di potere e in dialetto quando la si vede imporre la propria egemonia in un territorio”. Secondo il giovane sacerdote per impedire le infiltrazioni mafiose in un territorio il cittadino deve vivere attivamente quel territorio e ha riportato alcuni numeri riguardanti i beni confiscati alla mafia da lui definiti come “mezzo importantissimo dello Stato”. “Qui in Campania - ha sottolineato - ci sono 2135 beni confiscati, questi beni devono vivere perchè la confisca è un mezzo importantissimo, ma se si confisca e rimane lì hanno vinto loro (i mafiosi, ndr) e non lo Stato, non la brava gente”. “La speranza ha due figli” ha ricordato Don Coluccia, l'indignazione e il coraggio, che vanno di pari passo e in questo, il ruolo della cittadinanza è fondamentale. “Abbiamo bisogno di cittadini che abbiano il coraggio di mettersi in gioco, di prendere posto, di scendere nelle piazze perchè lo stato siamo noi. Noi possiamo insieme cambiare le cose ma abbiamo bisogno di sogni”. Anche la Chiesa deve attivarsi, ha ribadito il sacerdote facendo un Mea Culpa, perchè “chi crede in Gesù Cristo deve anche essere credibile”.

La premiazione
Domenica 4 novembre è avvenuta la consegna dei premi per l’ottava edizione di “Verde Ambiente 2018”. Il premio, creato nel 2010 dai VAS assieme al periodico di politica, scienza e tecnica “Verde Ambiente”, ha la finalità di individuare personalità italiane ed internazionali impegnate a difesa dell’ambiente, dei diritti civili e sociali e di tutti coloro che si trovano a lottare quotidianamente per proteggere un ambiente e un territorio che si mostra ogni giorno più fragile, come dimostrano le distruzioni ambientali di questi ultimi mesi. I premiati di questa nuova edizione sono stati: Francesco Cuomo, saggista e blogger ambientalista campano, Claudio D’Esposito, attivista del WWF nel territorio sorrentino, Loredana De Petris, senatrice e nota ambientalista, Don Virginio Colmegna, della Fondazione Casa della carità di Milano, da anni in prima fila per l’aiuto alle persone bisognose e in difficoltà e Riccardo Iacona, rinomato giornalista di origini calabresi, noto per le sue inchieste e denunce di grande impatto, il quale ha moderato la conferenza del 3 novembre. Inoltre sono stati conferiti premi a personaggi assenti all'evento per validi motivi. Tra questi, Marica Branchesi, nota astrofisica, Antonino Di Matteo, Sostituto Procuratore nazionale antimafia, Mimmo Lucano, sindaco di Riace al centro del controverso caso della gestione dei rifugiati politici e immigrati e, infine Andrea Purgatori, giornalista investigativo e Presidente di Greenpeace Italia.

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