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04Il libro presentato a Pesaro all’interno de “La primavera della legalità”
di AMDuemila
Per capire il tempo presente è necessario guardare al passato e il 1992 rappresenta una data spartiacque, come se ci fosse un prima ed un dopo. Quello che stiamo vivendo oggi è figlio di quel periodo storico dove il Paese, colpito dalle stragi e dallo scandalo di Tangentopoli, ha vissuto un profondo cambiamento”. E’ questa la fotografia che Aaron Pettinari, autore del libro “Quel terribile ’92” (edito da Imprimatur e curato da Pietro Orsatti), ha tracciato di quella stagione, intervenendo sabato scorso alla Biblioteca San Giovanni di Pesaro. Una presentazione organizzata dall’associazione Fuori Tempo, inserita nell’ambito degli eventi del manifesto “La primavera della legalità”.
Nelle testimonianze c’è un’alternanza di sentimenti - ha raccontato Pettinari ai presenti - che risponde a quello che noi volevamo, ovvero colmare un punto di vista che spesso viene messo da parte, quello del popolo, testimone della storia”. Lella Costa, Fiorella Mannoia, Neri Marcoré, Manuel Agnelli, Dario Vergassola, Daniele Silvestri, Vauro Senesi, Jacopo Fo, solo per citarne alcuni, ricostruiscono quel 1992 partendo dalle loro vite, e dal proprio vissuto. “Il loro è un punto di vista interessante, dove il pubblico si confonde con il privato perché quell’anno, per molti di loro, è stato anche un punto di svolta personale. Ed è stato così anche per me”.


Rispondendo alle domande del pubblico l’autore si è anche soffermato sull’analisi del tempo presente spiegando che quello della mafia è un fenomeno che non investe solo il meridione d’Italia: “Ormai un dato di fatto che l'onda della mafia non ha investito solo Puglia, Calabria, Sicilia o Campania ma è un fenomeno che riguarda l'intero stivale e frutta circa 150 mld all'anno. Di queste cose durante la campagna elettorale si è parlato poco o nulla e questo deve far riflettere perché non è vero che la mafia è stata sconfitta”. Quindi ha concluso: “Di mafia si parla molto poco, come se fosse un problema di scarso interesse invece non è così. Bisogna informarsi e sentire i pareri di magistrati che proseguono in questa lotta come Nicola Gratteri, Roberto Scarpinato e Nino Di Matteo. Quest’ultimo è l’uomo più scortato d’Italia, come hanno rivelato diversi collaboratori di giustizia, a suo carico erano pronti 150kg di tritolo. Quasi nessuno ne era a conoscenza… Ma queste cose si devono sapere, per permettere al cittadino di sapere e di scegliere le vie da intraprendere”.

Foto © ACFB

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