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dellutri marcello web9Resta aperta la “revisione” a Caltanissetta
di AMDuemila
Anche i giudici della terza sezione della Corte d’appello di Palermo, presieduta da Antonio Napoli, hanno detto “no” alla richiesta di scarcerazione per Marcello Dell’Utri. I legali dell’ex senatore di Forza Italia, in carcere per una condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, avevano chiesto che venisse dichiarata “ineseguibile” la sentenza così come era già avvenuto per Bruno Contrada dopo il giudizio della Corte Europea di Strasburgo. Sul punto, però, si era già espressa in senso negativo circa un anno e mezzo fa la Suprema Corte di Cassazione, perciò dato che rispetto ad allora non vi sono fatti nuovi, i giudici hanno espresso il proprio parere negativo.
Lo scorso 6 febbraio il Tribunale di sorveglianza di Roma aveva espresso parere negativo alla richiesta di scarcerazione per motivi di salute.
Secondo i giudici, che hanno evidenziato anche il “pericolo di fuga”, Dell’Utri può essere curato presso i reparti di Servizi assistenza intensificata (Sai) che sono previsti nelle strutture carcerarie in quanto “le patologie di cui è affetto non sono in stato avanzato”.
Una nuova puntata del “caso Dell’Utri” si avrà il prossimo 8 marzo quando i giudici della corte d’Appello di Caltanissetta si esprimeranno sulla richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena presentata dalla Procura generale nell’ambito del procedimento per la revisione del processo. Un ricorso che i legali di Dell’Utri, Francesco Centonze e Tullio Padovani, hanno fondato proprio sui possibili effetti estensivi della sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo e della Cassazione, riguardante Contrada, anche per Dell’Utri.
Per l’ex numero Tre del Sisde la Corte di Strasburgo condannò l'Italia a risarcire l'ex numero due del Sisde, ritenendo che all'epoca della condotta contestata a Contrada il reato di concorso in associazione mafiosa non fosse sufficientemente tipizzato. Secondo la Cedu, infatti, è dal 1994 in poi - anno della sentenza Demitry che fissò i contorni del concorso in associazione mafiosa - che il reato avrebbe avuto una chiara connotazione. Ciò non significa però che Contrada sia stato dichiarato “innocente” o estrani alle contestazioni.

Conflitto di Competenza
Sulla questione Dell’Utri, che ancora attende il parere della Cedu, deve ancora esprimersi la Suprema Corte dopo “il conflitto di competenza” denunciato ancora dai giudici di Palermo, su richiesta del pg Giuseppe Fici.
Di fatto i giudici del capoluogo siciliano ritengono che i legali di Dell'Utri abbiano effettuato la medesima richiesta a due Corti diverse pertanto chiedono ai colleghi nisseni di valutare la propria competenza ponendo al tempo stesso la questione pure all'organo superiore, la Cassazione, che potrebbe dirimere l'eventuale controversia stabilendo quale dei due giudici sia competente.
Se la Cassazione riterrà che le due istanze sono effettivamente sovrapponibili il caso si chiuderebbe definitivamente. La Corte d’appello nissena tornerà comunque in aula.

ANTIMAFIADuemila
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