A Milano sfregiato il murales dei due giudici
di AMDuemila
Poche settimane fa, nei muri di Firenze erano apparsi i disegni con il volto del Capo dei Capi, Totò Riina. Ieri, anche a Milano i “murales” sono tornati a parlare. Stavolta però non ci sono volti di boss mafiosi ma un vero e proprio sfregio all’immagine di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due simboli della lotta alla mafia.
Qualcuno ha disegnato, in corso di Porta Ticinese a Milano, una pistola in mano al giudice ucciso dalla mafia a Capaci - come si vede in foto - mentre spara in fronte al collega ed amico. A denunciare l’episodio è stato lo speaker radiofonico Alvise Salerno che ha pubblicato la foto su Facebook. "Qualche idiota ha deciso di disegnare una pistola rossa sulla mano di Falcone, che spara in fronte a Borsellino - commenta Salerno a corredo della foto -. Un simbolo, un segno di libertà e giustizia, massacrato brutalmente (...). Milano, l'Italia intera, non può accettare questi gesti. Dietro un gesto, tanto stupido quanto schifoso, si può nascondere qualcosa di ancora più tragico. Falcone e Borsellino, oggi, sono morti una seconda volta". Numerosi i commenti di sdegno a cominciare dal sindaco di Milano Giuseppe Sala: “L'imbrattamento del murales dedicato ai giudici Falcone e Borsellino è un gesto ignobile, non ferma la lotta alla mafia che Milano porta avanti ogni giorno con coraggio".
Colpisce il fatto che Milano, come Firenze, è una delle città colpite dalle stragi del 1993. Una ferita aperta così come quella delle bombe del 1992. Purtroppo nell’ultimo anno non è questo il primo episodio in cui il ricordo dei due giudici palermitani uccisi dalla mafia viene oltraggiato. Era successo qualche mese fa a Serradifalco, in provincia di Caltanissetta, dove il murales che ritrae la famosa foto scattata da Antonio Gentile è stato rovinato da ignoti che hanno oscurato i volti di Falcone e Borsellino. E poi ancora lo scorso luglio, proprio pochi giorni prima dell'anniversario della strage di via d'Amelio, a Palermo si sono ripetuti addirittura due atti vandalici contro l'immagine di Falcone in due scuole della città.

Borsellino, Falcone e la pistola in mano
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