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vassallo darioDario Vassallo: “Quando viene ucciso un sindaco viene ucciso lo Stato
di AMDuemila
Illustrissimo Presidente, sono Dario Vassallo, fratello di Angelo, il ‘sindaco-pescatore’ ucciso a Pollica il 5 settembre 2010”. E' così che inizia la lettera rivolta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella scritta del fratello del sindaco-pescatore ucciso in un agguato sette anni fa.
Dopo le dichiarazione pubblicate ieri su “La Repubblica”, in cui Vassallo si diceva amareggiato per la probabile archiviazione dell'inchiesta sull'omicidio di suo fratello, ha deciso di scrivere al Quirinale affinché sì continui a indagare per consegnare alla giustizia gli assassini del sindaco di Acciaroli. “Spero per la giustizia italiana che venga solo chiuso questo filone d’indagine e riaperto un altro filone al fine di arrivare alla verità” è scritto in un altro passaggio della missiva.
E poi ancora: “Non è accettabile che lo Stato rinunci a cercare chi ha ucciso lo Stato. Ricordiamo a lei e a tutti gli italiani che Angelo era nel pieno delle sue funzioni di sindaco. Sono milioni di italiani che aspettano una sua risposta, un suo gesto, che non deve essere da me elemosinato, perché la giustizia non deve essere elemosinata. È lo Stato che deve dare risposta a noi, perché siamo noi che abbiamo dato a questo Paese la parte migliore della nostra famiglia. Noi abbiamo dato Angelo, il nostro sangue per il nostro Paese”.
L'inchiesta Vassallo vede come unico imputato l'italo-brasiliano Bruno Humberto Damiani, che si era difeso dalle accuse esibendo l'esame dello “Stube”, per cui non è stata ritrovata alcuna traccia di polvere da sparo sulle sue mani. Damiani è considerato dalla Procura come un appartenente agli ambienti di spaccio di droga nel Cilento.
Gli inquirenti si erano concentrati sulla sua figura in quanto il sindaco Vassallo, nella sua ultima estate, si era particolarmente impegnato contro il traffico di droga. Adesso, però, i magistrati che conducono l’indagine (il procuratore aggiunto di Napoli Rosa Volpe, applicata dal Csm, ed i colleghi salernitani Leonardo Colamonici e Corrado Lembo) stanno aspettando gli esiti degli ultimi esami balistici e la relazione sui test del Dna in cui sono stati messi a confronto una traccia biologica repertata sul luogo dell'omicidio e i Dna di 94 persone. Se non ci saranno ulteriori risvolti, tra un mese più o meno, la Procura di Salerno dovrà archiviare il caso. Negli ultimi mesi, la fondazione Vassallo, di cui il fratello del sindaco è presidente, ha portato avanti anche la proposta di istituire una commissione parlamentare d'inchiesta per far luce sul caso. “In un paio di settimane abbiamo raccolto on line circa 14 mila firme - ha raccontato Vassallo a Repubblica - Non so poche per un Paese distratto come il nostro, al quale certe questioni sembrano non interessare più”. Oltre a questo, il Ministro della Giustizia Andrea Orlando si era reso disponibile a incontrare Vassallo, ma poi non si è fatto più nulla e per questo motivo Vassallo ha rivolto una stoccata al guardiasigilli. “Dopo un mese di attesa, a una mia telefonata fatta al ministero della Giustizia,- ha aggiunto - mi risposero che dovevo fare una richiesta scritta. E una volta fatta la richiesta, nessuno si è degnato di rispondermi”. Vassallo sì è anche detto pronto a un eventuale entrata in politica, qualora non ci saranno ulteriori risposte al percorso di giustizia di suo fratello. “A questo punto - ha concluso Dario Vassallo - non escludo l'ipotesi di una candidatura. Non mi interessa il partito, sono disposto a sedermi a tavola anche con il diavolo se questo potrà servire a continuare a cercare la verità. I punti rimasti oscuri sono tanti”.

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