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distributori benzina ultimatv Nove gli arrestati e quarantatré i denunciati
di AMDuemila
Il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza ha eseguito gli ordini d'arresto nei confronti di nove persone (sette ai domiciliari e due in carcere). Oltre a questo, i finanziari hanno sequestrato cinque distributori di carburante nel capoluogo siciliano e notificato tredici obblighi di presentazione presso la polizia giudiziaria tra cui otto integrati dall'obbligo di dimora nella città di Palermo, come disposto dall'ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Palermo. Gli arrestati sono Danilo Lazzarotto e Rosario Montagna, mentre ai domiciliari sono finiti Giorgio Vernengo, Cosimo Vernengo, Natale Di Cristina, Carmelo Munzone, Filippo Tirendi, Alessandro Primo Tirendi e Eugenio Barbarino. I distributori posti sotto sequestro dai finanzieri si trovano in Via Leonardo da Vinci 392, in Viale Campania, Corso Tukory 169, Via Roccella 161 e in Via Messina Marine 435.
I provvedimenti nascono da un indagine della Procura di Palermo, che ha permesso alle Fiamme Gialle di denunciare 43 persone sospettate di essere membri di una organizzazione criminale, che faceva trasferimento fraudolento di valori, frode in commercio e frode fiscale.
La Guardia di Finanza ha aperto l'indagine subito dopo una verifica fiscale nel 2013 nei confronti di uno dei distributori stradali coinvolti. Durante l'attività ispettiva, i finanzieri hanno scoperto che il sistema di misurazione delle quantità fornite era stato manomesso, così da far apparire di aver venduto un numero di litri più alto rispetto a quello effettivamente consegnato al consumatore. Inoltre, nell'occasione è stata trovata un'importante documentazione che ha svelato l'esistenza di una vera e propria “centrale” criminale che si occupava della frode in commercio dei carburanti e della frode fiscale. I successivi accertamenti hanno permesso di confermare l'esistenza di una associazione per delinquere che, attraverso la fittizia intestazione a prestanome di una serie di distributori, ha messo in piedi una grossa frode fiscale. Infatti sarebbero state emesse fatture per operazioni inesistenti per quasi 38 milioni di euro e quindi causato un danno allo Stato da mancato incasso di Iva per quasi 7 milioni di euro. Oltre a ciò, la Guardia di finanza ha accertato anche una evasione delle imposte dovute sui carburanti e lubrificanti per circa 2,5 milioni di euro. Tutto questo, realizzato attraverso l'alterazione dei misuratori dei impianti di distribuzione, l'importazione illecita di olio lubrificante dall'Albania e la vendita di gasolio destinato al rifornimento delle navi (che sono esenti da accise) come normale carburante per autotrazione.
L'inchiesta ha rivelato l'interesse di “Cosa nostra” nel mettere le mani anche sul settore dei carburanti. Pur non essendo stata enunciata alcuna contestazione per reati connessi all'associazione mafiosa, è emerso il ruolo importante ricoperto da persone ritenute vicine a Cosa nostra, come Cosimo Vernegno, già sottoposto a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, che, insieme al fratello Giorgio, secondo gli investigatori sarebbe stato il vero gestore dei distributori e la mente della frode.

Fonte ANSA

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