Claudio Fava: “Santapaola mi ha detto: ‘non sono stato io’”
di AMDuemila
Emozioni, ricordi, la volontà di non spegnere i riflettori sulla memoria di Pippo Fava ma anche sulla vincitrice del “Premio Fava”, la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, uccisa a Malta nell’ottobre scorso, attraverso un’autobomba.
“Quel che più mi ha impressionato nello scegliere il destinatario di questo premio - ha detto Maria Teresa Ciancio, presidente della Fodnazione Fava - stata l’affinità della vicenda della Caruana Galizia con quella di Fava: come luoghi apparentemente tranquilli si scoprono mafiosi, grazie ad un omicidio”.
A ricevere il premio è stata la sorella della cronista, Corinne Vella, che ha lasciato un messaggio da tenere sempre impresso nella propria mente: “Poche parole come se fossero di Daphne. Quando le persone ti scherniscono o criticano per non andare con la corrente, ricordate che sono loro e non voi ad avere torto”.
All’evento, che si è tenuto dal Teatro Stabile, è intervenuto anche Claudio Fava: “Quando abbiamo pensato di dare il premio alla memoria di Daphne Caruana Galizia mi è sembrato che la scena del suo omicidio fosse un fermo immagine di quel 5 gennaio. Morire nel 2017 per quello che hai scritto rappresenta una condanna a morte”. Il figlio del direttore de “I Siciliani”, dopo aver ricordato “l’incoscienza” che quel gruppo di ragazzi (di cui lui faceva parte) aveva nell’affrontare l’impegno di quel lavoro compiuto, ha anche raccontato un episodio vissuto in carcere quando, con la Commissione Parlamentare antimafia si è recato nelle carceri dei detenuti al 41 bis: “Ho incontrato Nitto Santapaola. Lo riconosco a distanza benché invecchiato, mi fissa, mi riconosce anche lui, ai avvicina a lenti passi e dice con lo sguardo sgranato: ‘Non sono stato io. Quando il Signore mi chiamerà dirò anche a lui che non sono stato io’”.
Il premio Fava in memoria di Daphne Caruana Galizia
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