Maggiani Chelli: “Se Riina non parteciperà a Palermo il 20 ottobre la deposizione di Graviano salterà”
di Francesca Mondin
Milano. Slitta per motivi di salute il processo a Totò Riina per le minacce di morte al direttore del carcere di Opera Giacinto Siciliano. Le parti, dopo un lungo confronto delle proprie agende, hanno deciso che il dibattimento riprenderà il prossimo 16 gennaio. L’udienza stamane si è aperta con la notizia, appresa la mattina stessa, che Riina era impedito a partecipare all’udienza per motivi di salute. Subito sui media è rimbalzata la notizia di una possibile operazione chirurgica al boss di Corleone ma nella certificazione sanitaria pervenuta al Tribunale non c’era alcuna precisazione o riferimento ad un intervento. Sul tardi è arrivata la smentita da alcune fonti del Dap: nessuna operazione chirurgica, ma solo un lieve malore causato, pare, da un calo di pressione. Un malore però che ha determinato la scelta degli operatori sanitari del carcere a non autorizzare il trasferimento di Riina nella sala delle videoconferenze per il collegamento col tribunale di Milano dove era in corso un processo a suo carico.
Tempo addietro i legali del boss, gli avvocati Luca Cianferoni e Mirko Perlino, avevano provato a chiedere lo stop del processo o in subordine una perizia per valutare la "capacità processuale", ossia di comprendere di essere sottoposto a un processo. La richiesta però fu bocciata e nella scorsa udienza dell'11 luglio scorso, sulla base di una relazione dell'ospedale di Parma, dove il 'capo dei capi' di Cosa Nostra è ricoverato in regime detentivo del 41 bis, il Tribunale di Milano aveva stabilito che, malgrado la "età avanzata" e le numerose "patologie", il boss ha la "piena capacità di intendere e di volere" e il procedimento deve andare avanti. Da un lato, infatti, hanno scritto i medici, Totò Riina soffre di una "cardiopatia" di "tale entità da condizionarne ogni attività" e che lo "espone costantemente" al "rischio di morte improvvisa". Dall'altro lato, però, è "vigile e collaborante, discretamente orientato nel tempo e nello spazio".
Ora sembra esserci un'altro fattore che può rallentare il processo e ci si domanda se assenze e malori come quello di oggi diventeranno più frequenti. La presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, in un comunicato evidenzia: “Voci contraddittorie si rincorrono su di un non certo intervento chirurgico per Salvatore Riina. Stà di fatto che non si è presentato al processo che lo riguarda a Milano e noi siamo in ansia se verrà o meno a Palermo il 20 ottobre quando si ascolterà Giuseppe Graviano.” Infatti spiega ancora Giovanna Maggiani Chelli: “Se Riina non potrà partecipare in alcun modo al processo di Palermo e non rinuncerà all’udienza, il processo e conseguente deposizione di Giuseppe Graviano potrebbero slittare.”
“Un incubo” per chi, come la Maggiani Chelli, ha vissuto sulla propria pelle le stragi del ’93. “Se tutta questa manfrina è per allungare i processi o mettere in difficoltà deposizioni probabili come quella di Giuseppe Graviano, - dichiara dubbiosa la presidente dell’associazione - chi di dovere si vergogni e consideri che abbiamo sulle spalle 25 anni di sofferenze, siamo ormai navigati e i mezzi tipici di un sistema mafioso ci danno il voltastomaco”.
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