di AMDuemila
Che "dietro le stragi c’erano i mandanti esterni" Roberto Scarpinato l’ha sostenuto fin da subito ma il problema tutt’oggi presente è che "le persone che conoscono questi fatti continuano ad aver paura di parlarne”. A ribadirlo è stato lo stesso Scarpinato, procuratore generale della corte di appello di Palermo intervenendo a margine della inaugurazione del murales dedicato a Falcone e Borsellino. “L’ho sostenuto in tutte le occasioni pubbliche che ho avuto - ha detto - e ho elencato tutte le risultanze probatorie che inducono a ritenere che dietro ci fosse un piano preordinato di destabilizzazione politica”.
Il fatto però che chi sa ha paura a parlare è "una difficoltà di carattere oggettivo”, ha spiegato il magistrato, che "fa riflettere perché quando un segreto condiviso da tante persone continua a permanere, l'esperienza insegna che dietro c'è il sigillo del potere". "Non voglio entrare nei dettagli, ma credo ci sia la consapevolezza che questa sia una storia aperta, non chiusa e sia uno degli elementi più oscuri della Prima Repubblica - ha concluso Scarpinato - Del resto, la sua storia si apre con una strage, quella di Portella della Ginestra, i cui mandanti sono rimasti nell'ombra, e si chiude con quella di via d'Amelio, dove ancora mancano pezzi importanti di verità, forse per le stesse ragioni per cui non sono state portate alla luce le ragioni della strage di Portella”.
Fonte ANSA
Foto © Emanuele Di Stefano