L’avvocato Repici, “pista alternativa" su mafia e servizi
di AMDuemila
Sono stati chiesti risarcimenti per un totale di 10 milioni di euro dall'avvocato Fabio Repici, legale dei familiari di Bruno Caccia, il procuratore di Torino ucciso nel 1983, nel processo milanese a carico di Rocco Schirripa, arrestato nel dicembre del 2015 e ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio.
Il legale di parte civile, nel corso del suo lungo intervento, ha insistito però, anche sulla cosiddetta pista alternativa che intreccia mafia e servizi segreti e che da tempo ormai la famiglia del magistrato ucciso sta portando avanti. L'avvocato Repici, davanti alla prima Corte d'Assise, dopo aver spiegato che "non c'è alcun dubbio" che Domenico Belfiore, condannato all'ergastolo in via definitiva come il mandante per conto della 'ndrangheta, "sia corresponsabile dell'omicidio" e che lo sia anche Schirripa, ha fatto notare come anche nel processo a quest'ultimo, così come "13 anni fa nel processo Belfiore", "si è bloccato ogni accertamento ulteriore, si è preso l'albero per non prendere l'intero bosco".
Fonte ANSA