Il senatore era tra i candidati come sindaco di Trapani
di AMDuemila
La Dda di Palermo ha chiesto il soggiorno obbligato per il senatore di Forza Italia Antonio D'Alì. Il provvedimento è stato notificato agli avvocati Gino Bosco, Stefano Pellegrino e Arianna Rallo, suoi legali difensori, e sarà discusso all'udienza che si celebrerà davanti al tribunale, fissata per luglio. Il senatore si era candidato per correre alle elezioni come sindaco di Trapani, e l'atto è stato consegnato ieri pomeriggio, qualche ora dopo la chiusura delle liste.
Il senatore di Fi, a seguito del provvedimento della procura, ha scelto di abbandonare la campagna elettorale. "La persecuzione giudiziaria continua. Due volte assolto e nuovamente aggredito" ha dichiarato D'Alì. Lo scorso settembre D'Alì era stato assolto in appello dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per i fatti avvenuti dopo il 1994. Ma per gli anni precedenti, in realtà, i reati erano stati riconosciuti, anche se caduti in prescrizione. La decisione della Procura è stata quella di avvalersi degli indizi a carico dell'imputato per sostenere la sua pericolosità sociale, facendo richiesta del soggiorno obbligato a Trapani.
Secondo la corte d’appello di Palermo D'Alì ha contribuito al rafforzamento di Cosa nostra almeno fino al 1994 "con coscienza e volontà". Di lui hanno parlato una serie di collaboratori di giustizia, in merito alla sua “piena disponibilità nei confronti dei massimi esponenti della mafia trapanese”, non legata a patti siglati con i boss, che ad ogni modo gli hanno dato il loro “appoggio elettorale” ai tempi della prima candidatura al Senato. La prescrizione, però, ha fatto sì che il senatore evitasse la condanna a 7 anni e 4 mesi per concorso esterno a Cosa nostra.
D'Alì, chiesto soggiorno obbligato: rinuncia a candidatura
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