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5Anche il pm Agueci ed il Questore Cortese al Museo dell’Acciuga
di AMDuemila - Foto
Una giornata per non dimenticare le vittime di mafia, per ricordare l’impegno delle forze dell’ordine, per fare il punto della situazione nella lotta alla mafia, per dire no alla criminalità organizzata. Tutto questo è avvenuto domenica ad Aspra frazione marinara di Bagheria presso il Museo dell’Acciuga dei fratelli Balistreri. Un luogo scelto non a caso, recentemente il suo gestore, Michelangelo Balistreri, aveva denunciato una tentata estorsione. “Onde di legalità” è il nome della manifestazione organizzata dal Comune di Bagheria, “Salvatore Insenga Editore”, in collaborazione con “Radio In 102” e “SIULP” sindacato della Polizia di Stato. Uno dopo l'altro si sono intervallati vari ospiti, con il coordinamento di Mauro Faso e Dario Costantino , puntuali nel "dirigere i lavori" con domande specifiche.
Ad intervenire all’evento anche il questore di Palermo Renato Cortese, il procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci, il dirigente della Polizia di Stato di Bagheria, Leoluca Rocché.
“Incontri come questo sono importanti. - ha detto il Questore - Oggi si respira un’aria diversa rispetto a qualche anno fa. Di legalità si parla nelle scuole, nei convegni mentre prima non si faceva. A Palermo c’era la paura di vivere mentre oggi ritrovo una Palermo diversa. Il fenomeno mafioso non va comunque sottovalutato né ridimensionato. La mafia ha sempre avuto fasi alterne di forme di espressione. Ci sono state fasi silenti, in cui ha fatto tanti affari, ed anni di fibrillazione in cui si è manifestata con violenza e con l’attacco brutale. Oggi la violenza non è visibile come prima, non si ricorre alle armi, ma ciò non vuol dire che Cosa nostra non ci sia. Si deve monitorare attentamente ciò che sta accadendo, ancora di più ora che fisiologicamente si stanno verificando una serie di scarcerazioni. Che tipo di impatto avranno questi soggetti sull’organizzazione mafiosa? Come si muoveranno? Che strategia adotterà l’organizzazione? Non possiamo non tenere conto di queste cose”. “Un’altra considerazione - ha aggiunto - è che la mafia oggi è cambiata. Ha interessi economici, ricicla soldi in Italia e non solo. A Roma ci sono tutte le mafie con un controllo del territorio importante e che si manifesta in altre forme”.


Dello stesso tenore anche l’intervento del procuratore aggiunto Leonardo Agueci: “La mafia ancora oggi è un’organizzazione che impone le sue regole soprattutto nell’ambito delle attività economiche. Oggi lo Stato è in grado di far sentire in maniera più forte la sua autorevole presenza che non è solo repressione ma anche prevenzione di fatti delittuosi. Ciò è possibile anche grazie al sacrificio di tanti colleghi sotto tanti punti di vista. Non dimentichiamo che Falcone fu anche molto osteggiato prima ancora di essere ucciso. Ricordiamo che all’Addaura c’è stato chi disse che si era messo la bomba da solo, che era tutta una montatura, che era stato creato per avere visibilità. Oggi le cose sono diverse proprio con il sacrificio dei magistrati, dei giornalisti, delle forze dell’ordine, dei cittadini che hanno sacrificato la propria vita per combattere contro la mafia. Con il loro sacrificio, pezzo dopo pezzo, è cambiata la coscienza delle persone”. Secondo Agueci c’è ancora tanto lavoro da fare in particolare per andare a fondo “ai rapporti mafia e politica, mafia e pubblica amministrazione. Andare avanti sul fenomeno della Corruzione”. Nel corso della giornata ci sono state anche testimonianze toccanti come quella dei genitori di Antonino Agostino, l’agente ucciso assieme alla moglie dai mafiosi nell’agosto del 1989, di Luciano Traina, poliziotto e fratello dell’agente di scorta di Borsellino Claudio Traina e dell'agente di scorta Antonello Marini. Tutti sono tornati a chiedere giustizia e verità per i propri cari sottolineando l’importanza del sostegno della società civile. “Ancora ci sono indagini - hanno detto Vincenzo ed Augusta Agostino - una famiglia non può più aspettare. Noi siamo anziani e chiediamo a chi di competenza, soprattutto allo Stato ed alla politica, di far luce su questa mancata verità. Affinché si respiri un’aria nuova. Che siano tolti gli scheletri dagli armadi. Solo così si respirerà un’aria migliore che ancora non c’è”. Anche Luciano Traina ha chiesto con forza verità e giustizia. Oltre a raccontare la storia di suo fratello, riportando alla memoria quanto avvenne il 19 luglio 1992, ha anche ricordato che sono state le associazioni a chiedere con forza l’assegnazione del bomb jammer al pm Nino Di Matteo, condannato a morte da Riina.
Alla manifestazione arricchita dagli intermezzi artistici di Francesco Maria Martorana, Rino Martinez e dal comico palermitano Roberto Lipari, hanno partecipato il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, l’imprenditore Giancarlo Grassi, Mimmo D’Agati di Libero Futuro, e tantissime associazioni: dal Rotary Club Palermo Ovest, Inner Wheel Club di Palermo, Civitan Club di Palermo; molte le associazioni: Amici di Attilio Manca, Libero Futuro, Scorta Civica, Agende Rosse, Anps (Associazione Nazionale Della Polizia Di Stato), Siciliando, Alab Palermo, Aspra Comunità Marinara, Ass. R.I. F. Morvillo Onlus; oltre ai quotidiani ANTIMAFIADuemila e L’Ora. A chiudere l’evento gli interventi dei giovani di Our Voice, che hanno presentato le proprie attività tanto in Italia quanto in Sud America per “una lotta alle ingiustizie sociali e le logiche criminali che non sono di un singolo Paese”, di Alfredo Russo per Scorta Civica, di Rosanna Melilli per Agende Rosse ed Aaron Pettinari. Tutti hanno ribadito l’importanza di una lotta che non sia solo lasciata alla magistratura ma che venga dal basso per un rinnovamento culturale che sappia anche portare ad una nuova politica.

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