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toga avvocato0di AMDuemila
Si è tenuta questa mattina l’ultima udienza davanti al Gip di Palermo, Vittorio Alcamo, che dovrà decidere se saranno archiviate o meno le denunce dei due sottufficiali dei carabinieri Saverio Masi, oggi caposcorta del pm Nino Di Matteo, e Salvatore Fiducia (indagati a loro volta per calunnia), nei confronti di cinque ufficiali accusati di avere ostacolato la cattura di Bernardo Provenzano e Matteo Messina Denaro negli anni che vanno dal 2001 al 2008.
La Procura di Palermo ha chiesto l’archiviazione per i denunciati e i denuncianti “ritenendo non riscontrati i fatti perché avvenuti alla sola presenza dei protagonisti”.
Alla scorsa udienza il legale di Masi e Fiducia, Giorgio Carta, aveva chiesto di andare avanti con le indagini, viste le dichiarazioni di una decina di ufficiali e sottufficiali che i aggiungerebbero a quelle dei suoi assistiti, su una serie di fatti che avrebbero impedito di svolgere adeguate indagini nella ricerca di latitanti. Tra le dichiarazioni che spiccano vi sono quelle del generale Nicolò Gebbia, oggi in pensione, che nell’ambito delle indagini difensive compiute dal legale di Masi e Fiducia, ha detto di essersi accorto di essere stato “preso in giro e condotto per il naso verso direzioni che non erano quelle che avrebbero potuto assicurare alla giustizia i principali latitanti di mafia”. Quando è stato sentito come teste al processo trattativa Stato-mafia il generale Gebbia ha raccontato che quando fu comandante del reparto operativo di Palermo dal 2002 a fine 2003 e si impegnò nella ricerca del latitante Bernardo Provenzano trovando, a suo dire, non pochi impedimenti.
Ora non resta che attendere la valutazione del Gip ma non ci sono termini fissati. La decisione verrà comunicata via Pec direttamente ai legali dei diretti interessati.

ANTIMAFIADuemila
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