“Il Governo non mantiene le promesse"
di AMDuemila
L'Anm non parteciperà alla cerimonia, il 26 gennaio, in Cassazione e in quella stessa data terrà una conferenza stampa nella propri sede al Palazzaccio. Una decisione forte, che mai era avvenuta prima, neanche ai tempi di Berlusconi premier. La decisione è stata presi ieri, all'unanimità, dal Comitato direttivo centrale del cosiddetto "parlamentino delle toghe".
Il motivo lo spiega il presidente Piercamillo Davigo: "Con dolore e stupore dobbiamo prendere atto che gli impegni assunti dal Governo non sono stati finora rispettati, nonostante le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, sulla continuità col precedente Governo. Le trattative con il ministro della Giustizia e il presidente del Consiglio si erano tradotte in un impegno messo per iscritto di ricondurre l’età pensionabile, seppure in via transitoria, per tutti i magistrati a 72 anni e a riportare il vincolo di permanenza dei giudici di prima nomina da 4 a 3 anni. Con nostro dolore, devo constatare che questi impegni non sono stati rispettati, nonostante la dichiarata continuità da parte del governo col governo precedente". Non si può dimenticare la cosiddetta "norma Canzio", il decreto legge con cui il Governo ha prorogato i pensionamenti a 72 anni solo per alcune toghe del Consiglio di Stato, della Corte dei conti e della Cassazione. A questo si aggiunge il mancato ripristino, invocato dall'Anm, per i magistrati di prima nomina dei 3 anni come periodo minimo di permanenza in un ufficio giudiziario per poter essere legittimati a chiedere il trasferimento. L’Anm, aveva chiesto che fossero esentati almeno i magistrati di prima nomina. Sembrava tutto fatto ma nel decreto Milleproroghe, che avrebbe dovuto soddisfare le richieste dell’associazione, non è prevista alcuna modifica. Così si è arrivati a questa forma di protesta. Protesta che proseguirà anche il 28 gennaio quando i rappresentanti dell’Anm parteciperanno regolarmente alle inaugurazioni dell’Anno giudiziario nelle singole sedi di corte d’appello. In quell'occasione i rappresentanti dell'associazione leggeranno un documento di critica sulla questione.
Già da ora, inoltre, è stata fissata la prossima riunione del Comitato direttivo centrale, prevista per il 18 febbraio, cioè a ridosso della prevista conversione in legge del decreto "Milleproroghe". In quella sede, in mancanza di novità, verranno prese in esame altre iniziative. Sciopero compreso. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, però, dal canto suo si dice pronto al dialogo: "Il fatto che dal Milleproroghe non siano arrivate risposte non vuol dire che non devono arrivare. Su alcune stiamo lavorando (è già sul tavolo un emendamento per il ripristino del periodo minimo di 3 anni, ndr ), su altre c’è una riflessione".