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imposimato c amedeo cadedduImposimato sul Referendum
di Francesca Mondin
La riforma costituzionale, sulla quale si voterà nel Referendum di domenica, “appare come la prosecuzione della strategia della tensione perché si tende ancora una volta a mettere nelle mani di una sola persona, il Presidente del Consiglio, dei poteri enormi.” A dirlo è Ferdinando Imposimato, ex giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo e per tre legislature membro della Commissione antimafia, intervistato da Radio Saiuz. Inoltre, ha spiegato l'ex magistrato “si vuole svuotare di contenuti tutti gli organi di garanzia: la Corte Costituzionale, il Consiglio Superiore della Magistratura, lo stesso Parlamento in cui si vuole annullare la volontà da parte dell’opposizione ed infine il Presidente della Repubblica che si vuole far diventare rappresentante della maggioranza e non più di tutto il Parlamento”.
Secondo Imposimato se andiamo a leggere la riforma Costituzionale, promossa dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ci rendiamo conto di come “questo progetto è la precisa rappresentazione del documento di Jp Morgan, soggetto condannato in America a pagare oltre 31 miliardi per aver truffato migliaia di investitori e che oggi ha rapporti molto stretti con Renzi tramite il suo amministraore delegato Jamie Dimon”. Nel documento di Jp Morgan, del 28 maggio 2013, si legge che “nei paesi del sud europa vengono dati troppi poteri al Parlamento e pochi al Governo e che bisogna cambiare queste anomalie costituzionali - spiega Imposimato - “inoltre si dice che ci sono riconoscimenti per i diritti dei lavoratori che non devono essere mantenuti nella Costituzione, che bisogna limitare il diritto di protesta dei lavoratori e modificare la struttura dello Stato affinché vengono dati maggiori poteri al Presiedente del Consiglio”.
In riferimento alla modifica dell'articolo 67, l'ex magistrato ha detto: “E' un aberrazione perché si dice che il parlamentare non è più rappresentante della Nazione, si vuole trasformare il parlamentare da espressione della volontà popolare a espressione della volontà dei partiti ma spesso i partiti sono coinvolti in gravi scandali e non fanno gli interessi della Nazione”.
Altro punto sollevato da Imposimato riguarda l'art. 40 (Disposizioni finali) del testo di riforma che non modifica il testo della Costituzione ma “prevede la costituzionalizzazione dell’autonomia della Camera, del Senato, del Quirinale e della Corte Costituzionale di aumentare lo stipendio dei loro membri senza limiti”.
“Si dice che non si vuole intaccare la prima parte della costituzione invece si intacca - ha detto poi Imposimato in riferimento alla modifica del titolo V sui rapporti tra Stato ed enti locali - “Le ragioni subiranno una perdita di competenza in materie fondamentali e perderanno qualunque autonomia, l'esatto contrario di quello che dice l'articolo 5 della Costituzione, cioè che deve essere garantita l’autonomia e la gestione del territorio”.
La riforma inoltra andrebbe a creare un grosso squilibrio tra Nord e Sud Italia, se si pensa che “il numero dei senatori è proporzionale al numero di abitanti il che significa che 9 regioni avranno 69 senatori mentre le altre 12 ne avranno 26 senatori, quindi significa che le grandi regioni del nord potranno decidere come distribuire le risorse che l’Unione Europea deve dare alle regioni”.
“Nella nostra storia repubblicana
- ha concluso Imposimato - sono state diverse le stragi commesse in vista di un progetto politico che era la Repubblica presidenziale, questo progetto è fallito perché la Costituzione repubblicana ha resistito, e come ex giudice istruttore posso dire che ho trovato nella Costituzione un baluardo in difesa della nostra Repubblica”.

Foto © Amedeo Cadeddu

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