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lo voi franco c emanuele di stefanodi AMDuemila
I pubblici ministeri di Palermo non potranno rilasciare “qualunque intervista o dichiarazione, con qualunque mezzo, agli organi di informazione o a singoli giornalisti, sia nazionali che esteri, su quanto possa comunque rientrare nell'attività giudiziaria dell'ufficio”. È l'ultima circolare di Franco Lo Voi, procuratore nel capoluogo siciliano. Un “giro di vite” che fa seguito al richiamo con cui il magistrato metteva in guardia procuratori aggiunti e sostituti, chiedendo loro di prestare attenzione agli aspetti della sicurezza e parlando di “fibrillazioni” captate all'interno di Cosa nostra. In quell'occasione Lo Voi aveva invitato a “non abbassare la guardia” ed a “saper leggere con occhio critico ogni notizia di reato che ci arriva in Procura”, a seguito di alcuni recenti episodi, come l'arresto di un pregiudicato trovato con una bomba a mano in dotazione all'esercito e il sequestro di una pistola trovata a un uomo fermato al porto.
Il provvedimento che limita sensibilmente i rapporti con i cronisti arriva dopo i “recenti episodi non in linea con le indicazioni date” che hanno indotto Lo Voi a prevedere maggiori restrizioni sulle disposizioni dettate dal suo predecessore, Francesco Messineo. Anche per i giornalisti stranieri, ad esempio, ci potranno essere rifiuti o l'obbligo di richiedere necessari permessi al capo dell'ufficio. La circolare, infatti, ammette delle deroghe solo nel caso in cui le richieste delle testate giornalistiche siano “preventivamente comunicate” al procuratore, così da “concordare la posizione da assumere e le informazioni da fornire”.
Lo Voi si rifà così al decreto legislativo che “attribuisce al procuratore il potere di mantenere i rapporti con gli organi di informazione”, vietando ai pm “di rilasciare dichiarazioni o fornire notizie “ in merito all'“attività giudiziaria dell'ufficio”. E questo perchè dichiarazioni o interviste, evidenzia il procuratore, finiscono per coinvolgere “l'attività giudiziaria dell'ufficio” persino “quando riguardino temi generali su determinati fenomeni criminali”, non essendo sempre possibile “discutere di temi generali senza i necessari riferimenti alle attività (giudiziarie) in cui l'ufficio é impegnato, di cui é a conoscenza, su cui sta indagando. Motivo per il quale sarà necessaria la previa interlocuzione con il procuratore”. Lo Voi ricorda inoltre “il rilievo disciplinare” che segue alla violazione delle regole, e che riguarda anche lo “scrivente, in caso di mancata segnalazione agli organi competenti in materia”.
L'esercizio della manifestazione del pensiero, inoltre, “non può comprendere l'oggetto delle attività svolte da questo ufficio”, in quanto “ancor più difficile è separare le 'opinioni personali' del magistrato dichiarante da quelle dell'intero ufficio (e di chi ha il compito di rappresentarlo)”. Anche perchè “tali opinioni e informazioni fornite finiscono per essere comunque attribuite, nella lettura magari affrettata della pubblica opinione, allo stesso intero ufficio, se non addirittura prese a base di ulteriori valutazioni e commenti, non di rado privi di fondamento”. 

Foto © Emanuele Di Stefano

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