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di Miriam Cuccu

Al "Biondo" di Palermo lo spettacolo itinerante di racconti e percorsi di legalità

"Nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione". Sono le parole di Hegel a dare il via a "Dieci storie proprio così", spettacolo itinerante che molto deve alla sinergia tra teatri, scuole e società civile, scritto da Giulia Minoli ed Emanuela Giordano, che cura anche la regia.
Così ha preso piede l'opera-dibattito che mette in scena storie coraggio contro la mafia, nata al Teatro di San Carlo di Napoli nel 2011 e in scena il 23 maggio al Teatro Biondo di Palermo in occasione del 24° anniversario della strage di Capaci. Tante le testimonianze delle associazioni e dei familiari di vittime di mafia che hanno reso possibile il progetto ieri accolto da un teatro al completo, alla presenza di molti di coloro che hanno subito la perdita di un fratello o una sorella, di un padre o di una madre per mano di Cosa nostra.
Uno dopo l'altro i riflettori illuminano le storie di chi lungo tutto lo stivale ancora ci crede e combatte, personificate da sette attori che ne svelano il lato più umano. Sono i giorni di sole, i sogni e i progetti di bambini, adolescenti, madri, giornalisti, commercianti, magistrati uccisi dalle mafie. Ma anche il racconto di chi dopo quelle morti si è fatto portatore di una svolta culturale nelle zone più a rischio, da Forcella a Palermo passando per Roma e la Calabria. Storie di straordinaria semplicità anche per il loro essere spesso poco conosciute. Le trovi all'angolo di una strada, dentro una casa o al bar, dentro un bene confiscato, in una scuola o sulla vetrina di un negozio nel bollino di Addiopizzo. C'è l'associazione DaSud, che in Calabria ha dato vita a percorsi in musica e fumetti sul femminicidio per mano della 'Ndrangheta, la "Nuova Cucina Organizzata" dove a preparare piatti tipici sono giovani con disagi psichici. "Al di là dei sogni" e "Agropoli" lavorano le terre confiscate, anche con l'aiuto di ragazze e ragazzi disabili. E poi ci sono le associazioni nate dalle morti di vittime innocenti, come il centro dedicato a Gelsomina Verde, la fondazione Silvia Ruotolo e Radio Siani. A fare da collante la voglia di fare, e soprattutto di fare insieme, in un'inevitabile ed inesorabile contrapposizione al pensiero mafioso della prevaricazione e della violenza per il quale sono morti Fabio, Annalisa e Graziella (11,14 e 17 anni) così come molti giornalisti, magistrati o semplici cittadini.
Di particolare pregio, poi, è il versante del progetto che vede coinvolti gli istituti penali per minorenni, partito ad Airola (BN) e proseguito a Palermo, all'IPM Malaspina. Qui i giovani vengono coinvolti nella scrittura e in tutte le fasi di preparazione dello spettacolo, fondamentale punto su cui fare leva per ripartire, per sognare e costruire un futuro diverso attraverso la scrittura collettiva e il lavoro di squadra, le riflessioni sulla parola e l'espressione del pensiero. La realtà mafiosa, ormai è cosa nota, non conosce più confini. Proprio per questo la sfida è quella di rilanciare il bello, il buono e la passione che questa terra può dare.


I promotori dello spettacolo
The CO2 Crisis Opportunity Onlus con Libera, Fondazione Pol.i.s., Fondazione Silvia Ruotolo, Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, Centro Studi Borsellino, Comune di Palermo, Addiopizzo, NOma, con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, del Ministero della Giustizia e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con il sostegno della Fondazione con il Sud, della Società Italiana degli Autori ed Editori.

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