di Aaron Pettinari
Ancora sei mesi di tempo per poter indagare sull’omicidio dell’agente di polizia Nino Agostino, ucciso insieme alla moglie Ida Castelluccio a Villagrazia di Carini il 5 agosto 1989. Tanto hanno chiesto i pm della Procura di Palermo, Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia al Gip Maria Pino. Vi sono quindi ulteriori elementi da approfondire dopo gli incidenti probatori svolti nei mesi scorsi, da ultimo il confronto all’americana che ha visto Vincenzo Agostino riconoscere in Giovanni Aiello, l'ex poliziotto della squadra mobile di Palermo accusato di essere un sicario al servizio delle cosche, come “l'uomo con la faccia butterata” che sarebbe andato a cercare il figlio pochi giorni prima che venisse ucciso. Proprio Aiello risulta essere indagato nell’omicidio così come i boss Nino Madonia e Gaetano Scotto, accusato di aver aiutato a fuggire dal luogo dell’omicidio i due killer.
A giugno scorso il giudice delle indagini preliminari aveva indicato alla Procura alcuni temi da approfondire indicando anche la necessità di ascoltare ulteriormente i collaboratori Vito Lo Forte e Vito Galatolo. Nei mesi scorsi sono stati ascoltati i due pentiti e dopo il riconoscimento di “faccia da mostro” da parte del padre della vittima, compiuto venerdì scorso, vi è la possibilità di scavare ulteriormente per capire cosa è avvenuto 27 anni fa. Così si è giunti ad una nuova richiesta di proroga dell’indagine con i precedenti termini che sarebbero scaduti a marzo.
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