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La seduta consiliare di lunedì 15 febbraio si è chiusa col miglior esito da noi auspicato e atteso da parecchi mesi: dopo una prima approvazione all’unanimità da parte della Commissione Antimafia del Comune di Milano il 18 luglio scorso, poco prima delle 19.30 il Consiglio comunale ha infatti approvato con il voto unanime dei 32 presenti la delibera n. 227 per il conferimento della cittadinanza d'onore al Magistrato Nino Di Matteo.
Una proposta nata dall'iniziativa di alcuni cittadini, con la partecipazione di Agende Rosse Milano, attraverso una lettera-appello sottoscritta materialmente da 393 persone e consegnata brevi manu il 21 aprile 2015.
Una raccolta firme non virtuale, con un click, ma fatta tra cittadini, che - consapevoli del fatto che l'isolamento e la delegittimazione sono i nemici più insidiosi di chi in nome dello Stato lotta contro il crimine organizzato - hanno sentito la necessità di un segnale istituzionale forte e inequivocabile che fosse allo stesso tempo una precisa ineludibile scelta di campo e un gesto concreto di solidarietà e apprezzamento.
Il cammino per arrivare a questo grande risultato, non è stato ne breve ne facile ed i promotori lo sanno bene avendolo vissuto con passione giorno per giorno. Ma ora quello che conta è aver ottenuto un riconoscimento che onora la Città di Milano ancor prima del destinatario, anzi dei molti destinatari, perché con quella simbolica a Nino Di Matteo si è inteso dare effettiva cittadinanza a tutti i magistrati e agli agenti delle scorte che operano a tutela della legalità e perciò sono minacciati dalla mafia.
Assume poi un significato particolare, per quanto casuale, il fatto che tutto ciò accada proprio in concomitanza della trasferta milanese del Pool di Palermo, prevista per il 18 e 19 prossimi. Così pure è casuale, ma non privo di significato, il fatto che le reiterate condanne a morte pronunciate da Totò Riina all'indirizzo di Nino Di Matteo provenissero dal carcere della stessa città che oggi si stringe attorno a lui.
Sulla persona di Nino Di Matteo, sul suo spessore umano e professionale, ogni parola è superflua. Parlano per lui le azioni, il comportamento, quel “buon esempio” che sa dare quotidianamente e che troppe istituzioni hanno dimenticato.
Un grazie a tutti i sottoscrittori, ai Consiglieri e in particolare alla Consigliera Anita Sonego che l’ha presa in carico e al Presidente della Commissione Antimafia del Comune di Milano David Gentili, che ci hanno creduto e l’hanno sostenuta.
Falcone, Borsellino sono stati isolati, lasciati soli. Noi non siamo stati abbastanza vivi e vigili allora. Oggi non deve essere così.
I promotori FD, LC, BB
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Gli interventi di Anita Sonego e David Gentili