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20160128 free castlesFoto e Video
di Antonio Nicola Pezzuto

Una triste storia in una squallida realtà
Una realtà squallida e desolante, quella che emerge dall’operazione “Free Castles” condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi coordinati dalla Procura della stessa città.
Una storia particolare, questa, perché vede coinvolti bambini utilizzati dai loro genitori per nascondere la sostanza stupefacente. Una notizia che non è e non può essere come le altre, né tantomeno può essere derubricata a puro e semplice fatto di cronaca. Tanto squallore fa passare in secondo piano tutti i dettagli di un’indagine nata nel febbraio del 2013 quando, a Villa Castelli, viene arrestato Vito Parisi. Nell’occasione, i Carabinieri di Francavilla Fontana sequestrano 3,5 kg. di cocaina e 9,8 kg. di hashish. I militari trovano nell’abitazione dell’uomo ulteriori elementi (una macchina per sottovuoto, un bilancino di precisione e vario materiale idoneo ed utile al confezionamento della sostanza stupefacente) che comprovano l’attività di spaccio oltre all’ingiustificato possesso di cospicue somme di denaro.
La Procura decide quindi di approfondire i fatti che portano alla luce l’esistenza di una rete di trafficanti di droga che si approvvigionava principalmente dalla provincia di Bari per poi spacciare nei comuni brindisini di Villa Castelli, Oria, Ostuni e Ceglie Messapica ma anche nella cittadina di Grottaglie in provincia di Taranto.
L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi ha colpito 14 persone (7 in carcere e 7 agli arresti domiciliari). Gli indagati sono accusati di concorso in traffico e detenzione illecita di quantità ingenti di sostanze stupefacenti (cocaina, marijuana e hashish).
Gli investigatori, durante le indagini, si sono avvalsi di intercettazioni ambientali e telefoniche,  di servizi di osservazione e pedinamento.
Lo stupefacente veniva conservato nei contenitori di plastica degli ovetti di cioccolato e nascosto nei muretti delle campagne. Nelle conversazioni, gli indagati, per indicarlo, utilizzavano espressioni quali “DESIREÈ”, “LA BAMBINA”, “LA RAGAZZA”, “CHIAVE”.
Ma l’aspetto più grave e inquietante di tutta la vicenda, come già detto, è il coinvolgimento di due bambini che, al momento delle indagini, avevano solo 5 e 7 anni.


Sono i figli di Romeo Parisi e Marianna Fella che, per eludere i controlli delle forze di polizia, li utilizzavano per occultare lo stupefacente già diviso in dosi.
“NASCONDILO QUA…DAI…DAI…NASCONDILO ADESSO ARRIVANO I CARABINIERI, NASCONDILO! METTILO IN TASCA!...DAI…L’HAI MESSA DENTRO?...CHIUDI…LASCIA, LASCIA, ADESSO CHE VIENE PAPÀ GLI FACCIAMO VEDERE CHE L’HAI NASCOSTA”, diceva la Fella al figlioletto.
E ancora, rivolgendosi al Parisi: “LO TIENE NASCOSTO IN MEZZO AL PANNO! GUARDA!...”.
Intercettazioni che dimostrano come la droga venisse nascosta addosso ai poveri bambini senza nessuna remora e senza nessuno scrupolo.
Da brividi la conversazione captata dagli investigatori il 25 maggio 2013. Romeo Parisi, dopo aver consegnato al figlioletto lo stupefacente, affinché questi lo nascondesse nelle proprie tasche, rivolgendosi alla Fella afferma: “STA IMPARANDO BENE”.
 “…DA GRANDE SARÀ UN CAMORRISTA DI MERDA!”, esclama la donna, dimostrando il compiacimento provato dai due genitori per le attitudini delinquenziali del piccolo.
Una situazione di degrado talmente assurda e grave dove le piccole vittime diventano complici di spietati criminali.
Sono le 19.55 del 29 marzo 2013. Romeo Parisi e Marianna Fella, insieme ai figli, si dirigono verso Ceglie Messapica dopo aver prelevato la cocaina dal luogo in cui era nascosta. Durante il viaggio la coppia istruiva i figlioletti riguardo al comportamento da tenere qualora fossero stati fermati dalle Forze di Polizia.



Ore 19:55:43
-    ROMEO: …BHE FACCIAMO QUEST’ALTRO E POI POSSIAMO ANDARE A MANGIARE?
-    MARIANNA: …(rivolgendosi al piccolo)…DALLO, DALLO A PAPÀ, DALLO!

Ore 19:56:37: Mentre il veicolo è in movimento lungo la SP 24 il Parisi istruisce la figlioletta sul comportamento da tenere nel caso in cui fossero stati fermati dai Carabinieri. Da leggere attentamente ciò che dice la piccola di cui indico un’iniziale non corrispondente al suo vero nome:
-    ROMEO: …(inc)…ATTENZIONE!
-    S.: sillabare incomprensibile)…
-    ROMEO: …IN TASCA?
-    S.: …QUA ECCO…TIENI!
-    ROMEO: DOVE?
-    S.: QUA STA!
-    ROMEO: TIENILA LA, SE CI FERMANO I CARABINIERI NON LO USCIRE!...EH!
-    S: NO!
-    ROMEO: …FAI FINTA DI NIENTE, HAI CAPITO?
-    S: SI!
-    ROMEO: AH!...
-    S.: …PAPÀ…PRENDI I SOLDI POI COMPERAMI GLI OCCHIALI!...  
-    ROMEO: VA BENE! …Mi raccomando…SE CI FERMANO I CARABINIERI NON USCIRE NIENTE…eh!
-    S: NOO!
-    ROMEO: ...eh...BRAVA!
-    S.: …(inc)…CARABINIERI?
-    ROMEO: SE TI DICONO: “…CHE C’HAI QUALCOSA?..”…TU DI: “NO!...NON C’HO NIENTE!”…HAI CAPITO?...CAPITO? (ndr. Con tonalità di voce molto alta, in senso imperativo)…
-    S.: NO…
-    ROMEO: AH!
-    MARIANNA: …inc…
-    ROMEO: Ah?
-    MARIANNA: LA PRIMA COSA QUELLO ESCE!
-    ROMEO: NO, SECONDO ME NO!...NON DEVI DIRE SUBITO “NON HO NIENTE!...”…SE LORO TI DOMANDANO E TI DICONO: “CHE C’HAI QUALCHE COSA IN TASCA?...” TU DEVI DIRE: “NO, NON HO NIENTE!”…CASOMAI QUELLA DICE NON HO NIENTE… (imprecazione)…(ride)…
-    S.: …DEVO DIRE ALLA TASCA NON HO NIENTE!
-    ROMEO: …(ride)…

“Papà prendi i soldi e comprami gli occhiali”, diceva la povera piccola che non poteva capire quale squallido futuro le stavano preparando i genitori.
Ho omesso volutamente di raccontare altri dettagli dell’operazione di polizia perché voglio che il lettore si concentri su questo aspetto dell’operazione, indubbiamente il più importante, convinto che chi leggerà il mio articolo proverà lo stesso disgusto che ho provato io scrivendolo.

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