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vassallo angeloDomani il giorno del ricordo del sindaco pescatore
di Aaron Pettinari
“Il sindaco pescatore”. Così veniva chiamato Angelo Vassallo (in foto), sindaco Pd di Pollica, comune della Provincia di Salerno. Un uomo che con il suo fare è stato capace di trasformare un piccolo borgo marinaro del Cilento in una preziosa meta turistica del Cilento.
Venne ritrovato morto all'interno della sua auto il 5 settembre 2010, nei pressi della sua abitazione, raggiunto da nove colpi di pistola calibro 9.21 baby Tanfoglio. Un agguato in piena regola.
A cinque anni di distanza la verità è ancora lontana sia per dare un volto agli autori del delitto che per comprendere le motivazioni che si nascondevano dietro lo stesso. Soltanto un uomo è stato iscritto dalla Dda di Salerno nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio. Peraltro, in concorso con ignoti. Si tratta del “brasiliano” Bruno Humberto Damiani. Attualmente è detenuto nel penitenziario di Secondigliano per fatti di droga nel Cilento, estradato quest'anno dal carcere di Bogotà, indagato dalla Procura di Vallo della Lucania, già sotto processo per reati di criminalità.
Riguardo all'accusa per omicidio Damiani, difeso dall'avvocato Michele Sarno, risulta essere un indagato a piede libero. E' stato interrogato diverse volte (l'ultima il 3 agosto) ma l'unico dato rilevante che ha confermato è di conoscere due uomini di Secondigliano, due presunti trafficanti di droga avvistati a Pollica tra il 4 e il 7 dicembre 2010, con cui avrebbe trattato una cessione di una tv ad estranei. A suo dire niente a che vedere con l'omicidio Vassallo. Inoltre avrebbe confermato di conoscere l'ex fidanzato della figlia del sindaco. 

Come spesso accade, purtroppo, in Italia anche l'omicidio Vassallo presenta alcuni lati bui che hanno condizionato inevitabilmente le indagini.
La prima pista seguita dagli inquirenti è quella della droga in quanto “il sindaco pescatore” era particolarmente impegnato nella lotta contro gli spacciatori locali. Successivamente sono state affiancate altre ipotesi, tutte rimaste senza riscontri né conferme. Possibile che abbia pagato caro un affronto contro qualcuno di questi? O c'era dell'altro?
Quel che è certo è che non è stata trovata la pistola. Gli investigatori l'hanno cercata dappertutto con controlli su cento pistole, perquisizioni a tappeto e ricerche nelle acque a largo di Acciaroli dove il killer avrebbe potuto gettarla subito dopo il delitto. Niente da fare.
Non solo. La scena del crimine, nelle ore immediatamente successive all'omicidio, non è stata adeguatamente preservata. Un dato confermato dallo stesso Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti. Si trattò di errori dovuti alla concitazione del momento, o di un tentativo di depistaggio? Domande che restano. Nell'ottobre del 2012 la Procura dispose l'esame del Dna su tutte le persone presenti sul luogo dove Vassallo è stato ucciso, una sessantina in tutto. Ma anche in questo caso gli accertamenti non hanno portato a risultati significativi.
C'è poi l'elemento del finestrino abbassato ed il quadro accesso, con tanto di freno a mano tirato. Vassallo era stato fermato da qualcuno? Aveva un appuntamento? Da questi dettagli c'è chi sostiene che il sindaco potesse conoscere il proprio carnefice. Un killer che per alcuni sarebbe un dilettante a causa di tutti quei colpi di pistola, mentre per altri sarebbe comunque un professionista.
Nel frattempo attorno alla morte di Vassallo si è sviluppata tanta amarezza.
In questi anni la famiglia Vassallo ha più volte denunciato la scarsa collaborazione di Pollica alle indagini. Ma anche gli inquirenti sono convinti che, in paese, tanti avrebbero potuto contribuire a ricostruire la verità e invece hanno taciuto.
Intervistato da Il Fatto Quotidiano il fratello Dario ne ha anche per il Pd, pronto oggi a sventolare la bandiera della legalità portando Vassallo come icona ma colpevole di aver fatto poco per sostenere lo stesso quando questi era ancora in vita. “Il Pd e Pollica stanno calpestando la memoria di Angelo – commenta al quotidiano in alcuni passaggi - Nessuna iniziativa. Il 5 settembre a Pollica c’è la sagra del pesce. Un oltraggio. Ho grande rispetto del Pd e del suo elettorato, ma credo che un partito serio avrebbe dovuto aprire un’inchiesta politica su chi avversò mio fratello in vita contribuendo a isolarlo prima che venisse ucciso. Nel 2013 ne parlai con Maurizio Migliavacca. Mi rispose che le indagini le fa la magistratura”.
E ancora una volta si torna ad oggi, anno 2015, senza sapere chi e perché ha ucciso il sindaco-pescatore.

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