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di AMDuemila - 21 maggio 2015
Dell'Utri condannato a 8 mesi per casa sull'albero: è abuso
L'ex senatore Marcello Dell'Utri realizzò un abuso costruendo senza autorizzazione su un'area soggetta a vincoli la casa sull'albero nella Villa di Torno, sul lago di Como. La costruzione era sovradimensionata rispetto al piano iniziale, che aveva ricevuto l'ok preliminare dalla Sovrintendenza. La Cassazione ha così respinto il suo ricorso, convalidando la condanna a 8 mesi precedentemente emessa dalla Corte d'Appello di Milano, nel gennaio 2014.   
L'obiezione che la costruzione, di circa 70 metri quadrati, su due piani più torretta, fosse costruita in legno e facilmente rimovibile e che la Sovrintendenza competente avesse concesso parere di compatibilità paesaggistica al progetto di "bird watching" non è valsa nemmeno davanti alla terza sezione penale della Suprema Corta . Scrivevano i giudici, trovando d'accordo la Cassazione: "Le dimensioni non avevano giustificazione rispetto a tale limitato utilizzo" e "all'invocata, meramente contemplativa, destinazione".

Tutto risale al 2009: dopo una segnalazione anonima, il Comune dispose dei controlli nella proprietà di Dell'Utri scoprendo così la casetta. Per questo scattò la denuncia e l'ordine di demolizione. A seguito della condanna in primo grado Dell'Utri si era lamentato dicendo che "è una casa sull'albero, una treehouse, una cosa bellissima, stupenda, tutte le barche si fermavano a vederla, è una moda che dilaga nel mondo. Ci si mette lì per osservare la natura, gli uccelli, leggere libri, conversare e bere un te', ma non l'ho mai finita perché non me l'hanno fatta finire: qualche comunista del paese ha denunciato e poi è arrivato il giudice, uno che avrà problemi sociali, non vede le cose, una condanna per una cosa che non esiste". I giudici, però, non diedero ragione all'ex senatore, già condannato in via definitiva a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, e attualmente detenuto al carcere di Parma. Nelle motivazioni della sentenza (depositate oggi, mentre l'udienza era del 3 febbraio), si attesta che non si è trattato solo di un errore: "La pacifica prosecuzione dei lavori nonostante fosse stato emesso l'ordine di sospensione" è stata correttamente ritenuta dai giudici di merito "ulteriore indice comprovante l'esistenza di una pregressa intenzione diretta a realizzare l'evento vietato". Tra l'altro la sospensione condizionale della pena, in base alla sentenza d'Appello, era condizionata alla demolizione entro 90 giorni dell'opera. Demolizione cui non avrebbe potuto più provvedere, avendo nel frattempo venduto a terzi la villa. Lo stesso Dell'Utri rivelò infatti in un'intervista che la proprietà era stata acquistata da Berlusconi.
Il documento spiega inoltre che Dell'Utri, quale committente dell'opera, si sarebbe dovuto informare sugli eventuali vincoli dell'area sulla quale andava a costruire un'opera di così "rilevanti dimensioni", ed effettivamente sottoposta a vincoli paesaggistici. Il paesaggio è "un bene di rilevanza costituzionale", con tutela speciale e l'autorità deve vigilare sull'"interesse pubblico". 

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