di Aaron Pettinari - 19 maggio 2015
L’ex procuratore aggiunto ed il Presidente della Regione, indagati, saranno sentiti a giugno
Il governatore siciliano Rosario Crocetta e l'ex pm Antonio Ingroia, verranno interrogati il 16 e il 17 giugno in Procura, nell'ambito dell'inchiesta che li vede indagati per abuso d'ufficio in relazione a presunte irregolarità nelle assunzioni a SiciliaE-Servizi, società partecipata di cui Ingroia è commissario, che gestisce i servizi informatici della Regione. Nei mesi scorsi il Gip del tribunale di Palermo Lorenzo Matassa aveva respinto la richiesta di archiviazione "contro ignoti" ordinando alla procura di indagare i presunti responsabili, dando loro un nome e cognome, estrapolandoli da un’informativa della Guardia di finanza che ipotizzava l’abuso. Secondo il giudice, quel documento individua specifiche violazioni della legge che prevedeva il blocco delle assunzioni e Sarebbe ravvisabile “dolo intenzionale” nell'operato dei vertici di Sicilia E-Servizi e della politica regionale nonostante sia stata sottolineata la finalità pubblica dell'operazione. La Procura, che ha anche aperto un fascicolo sulle denunce presentate dallo stesso Ingroia sulle irregolarità perpetrate nelle precedenti gestioni della E-Servizi, sta quindi proseguendo l’indagine e sia Crocetta che l’ex pm saranno interrogati dall'aggiunto Dino Petralia e dal pm Maria Teresa Maligno.
Successivamente verranno fissati gli interrogatori degli ex assessori coindagati (Antonino Bartolotta, Ester Bonafede, Dario Cartabellotta, Nelli Scilabra, Michela Stancheris, Patrizia Valenti). Una notizia che lo stesso Ingroia, così come era accaduto in merito alla notizia del presunto danno erariale da oltre 2,2 milioni di euro contestato dalla Procura regionale della Corte dei conti, ha appreso soltanto dalla stampa. “Di fronte ad una situazione di questo tipo si provano due sentimenti contrastanti - commenta l’ex procuratore aggiunto - In primo luogo vi è lo stupore e la sorpresa per la modalità in cui vengono comunicate certe notizie, dato che, anziché essere avvisato personalmente, ho appreso le stesse per mezzo dei giornali e dei giornalisti. Mi stupisce anche apprendere che la comunicazione di questa convocazione sarebbe stata diffusa via mail dagli uffici della Procura di Palermo. Per anni, quando ero Procuratore aggiunto, siamo stati accusati di essere pm mediatici, e di esser noi a voler fare uscire le notizie. Un dato che poi si è rivelato del tutto falso se consideriamo che mai una parola è stata detta sulle intercettazioni che coinvolgevano il Presidente Napolitano, mai uscite per mesi e mesi e che infine sono state ingiustamente distrutte dopo l’intervento della Corte Costituzionale. Oggi dalla Procura appare ‘normale’ che certe informazioni siano apprese prima dalla stampa che dal diretto interessato, in quanto ancora oggi aspetto una convocazione ufficiale”. “Dall’altra parte - prosegue Ingroia - sono contento del fatto che tutto avvenga alla luce del sole ed in modo trasparente nel momento in cui si avrà l’opportunità di spiegare il perché si è arrivati a certe decisioni sia ai magistrati che ai giornalisti invitati a questo ‘evento mediatico’. L’indagine della Procura può essere un atto dovuto ma sinceramente non comprendo la scelta di informare dapprima la stampa che i diretti interessati”. Infine il commissario di Sicilia E-Servizi ravvisa anche una “singolare coincidenza” in merito alla diffusione della notizia. “Ciò avviene il giorno prima dell’udienza prevista alla Corte dei conti. Un dato che merita una certa attenzione e che è del tutto singolare. Ho già spiegato in più di un’occasione i motivi che ci hanno portato ad adottare certe scelte. Lo faremo anche in queste occasioni”.
ARTICOLI CORRELATI
Sicilia E-Servizi, Ingroia indagato: "Un paradosso ma continuo per la mia strada"
Sicilia E-Servizi: Ingroia: nessun pm può istigarmi a commettere un reato