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di AMDuemila - 16 maggio 2015
“Le decisioni adottate dalla politica” sulla giustizia sono state “troppo spesso caratterizzate da timidezza riformatrice, incoerenza, scelte di compromesso nascoste dietro interventi deboli” sulle quali il sindacato delle toghe “non può esimersi dall’intervenire e dall’elaborare proposte che suggeriscono soluzioni ragionevoli”. E’ questo il commento del presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli (in foto), sulle riforme della giustizia del governo Renzi. Sabelli è intervenuto in apertura del Comitato direttivo centrale.
"L'associazione - ha sottolineato - non può esimersi dall'intervenire e dall'elaborare proposte che suggeriscano soluzioni ragionevoli perché si tratta di temi che toccano la qualità e l'efficacia della giustizia e le condizioni del suo esercizio, il nostro stato giuridico e le nostre prerogative". In particolare è stato fatto riferimento all’iter travagliato di approvazione dei disegni di legge su corruzione e prescrizione. “Segnano interventi innovativi, ma anche segnali di arretramento, con il dibattito pubblico che insiste meno sull'azione di contrasto e più sulla riforma delle intercettazioni.

Credo che in questo modo si trasmettano messaggi negativi su un tema, quello della lotta alla corruzione, che richiede al contrario coerenza e forte determinazione. L'interesse verso al questione morale all'interno delle istituzioni pubbliche si affievolisce e si accresce una timidezza che limita gli effetti delle riforme e riduce l'impegno nel rafforzamento degli strumenti di contrasto alla corruzione".
Sulla prescrizione ha detto: “La scelta è del tutto insufficiente. Bisogna avere più coraggio, non basta sospendere temporaneamente la prescrizione dopo la condanna di primo grado, ma bisogna sterilizzare i suoi effetti negativi bloccandola definitivamente almeno con la sentenza di primo grado”.
Quindi ha aggiunto: “Si dovrebbe fare per la corruzione quel che è stato fatto per altri reati gravi, come l’omicidio colposo, la violenza sessuale, l’associazione mafiosa. Cioè aumentare il termine ordinario modificando l’articolo 157 del codice penale che è la norma base per disciplinare il tempo necessario a prescrivere”. “Col testo approvato alla Camera - ha spiegato Sabelli – il reato di corruzione, anche qualora non venga scoperto, ha una prescrizione ordinaria di 15 anni. Invece, se si segue la strada del 161, la corruzione si prescriverà in 10 anni se non vengono compiuti prima atti processuali. Ma la corruzione è un reato talmente grave che deve essere trattato come i reati di mafia”, cioè con “prescrizione raddoppiata, ma anche intercettazioni, attività sotto copertura. Strumenti investigativi previsti anche dalle convenzioni internazionali e che continueranno a mancare anche dopo la riforma”.
Venerdì, prossimo, 22 maggio, il ministro della Giustizia Andrea Orlando riceverà una delegazione dell’Anm, come richiesto dall’Assemblea generale dell’associazione lo scorso 19 aprile, ha annunciato Sabelli. Sul tavolo, oltre ad affrontare i disagi sulle disfunzioni che affliggono la giustizia vi sarà anche un confronto sulla gestione della manutenzione degli edifici sede di palazzi di giustizia.

ANTIMAFIADuemila
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