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beni-confiscati-puglia-gravinaLa Relazione del Ministero della Giustizia: 2014 in calo, problemi di emanazione decreti
di Miriam Cuccu - 5 maggio 2015
Nonostante l’elevato numero di beni confiscati presenti in Banca dati (49.454) persistono elementi di criticità nella loro assegnazione. I beni destinati, cioè giunti alla confisca definitiva e poi mantenuti al patrimonio dello Stato o assegnati agli enti locali, sono infatti solo 5.170. È quanto afferma la relazione sui Beni sequestrati e confiscati (i cui dati sono aggiornati al settembre 2014) del Ministero della Giustizia. Nel documento, infatti, viene evidenziato un forte calo tra il 2010 e il 2012, quando i beni destinati passano da 395 a 88. Mentre fino allo scorso settembre risultano essere solo 72.

“È vero che l’aggiornamento dei decreti di destinazione non è alimentato direttamente in Banca Dati ma è legato alle comunicazioni provenienti dall’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati – si legge nella relazione – né questo motivo, né i nuovi criteri seguiti dalla stessa per le assegnazioni dei beni, sembrano giustificare questa notevole diminuzione. Il dato del 2013 sembrava mostrare un miglioramento, ma i primi mesi del 2014 confermano i problemi evidenziati nell’emanazione dei decreti”. Quasi un paradosso se, prosegue il documento, si prende in considerazione il forte aumento, nel 2013, delle confische definitive che salgono dalle 1.151 del 2010 alle 4.099 del 2013.

Secondo la relazione la fase di assegnazione dei beni, di competenza dell’Agenzia nazionale per i Beni confiscati, rimane troppo soggetta ad attribuzioni e nomine variabili nel corso del tempo. Prendendo in esame l’anno 2010, infatti, si nota che proprio dal 31 marzo di quell’anno è subentrata l’Agenzia nazionale, e che nel corso degli ultimi mesi è cambiato il Direttore dell’Agenzia con quello attuale che è in carica dallo scorso mese di giugno. Negli anni successivi, spiega il documento, “guarda caso proprio dopo il cambio di competenze, si è avuto un forte calo con un totale di circa 90 beni, poco più o poco meno, destinati nei singoli anni 2011 e 2012. Nel 2013 sembrava che la produttività dell’Agenzia nazionale stesse tornando su valori accettabili, con ben 428 beni giunti alla destinazione. Ma il dato dei primi nove mesi del 2014 rende evidente come i soliti fattori esterni, un cambio ai vertici, portino solo a un forte rallentamento nell’emanazione dei decreti e alla messa in stand-by di tanti beni che restano inutilizzati”. Evidenziato inoltre il problema del valore dei beni confiscati con destinazione: “Dal 31 marzo 2010 l’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati ha l’incarico di emanare i decreti di destinazione, ma non le è stato attribuito l’obbligo di riportare la stima del valore dei beni. Ciò ha reso inattendibile la trascrizione degli importi disponibili nelle tabelle allegate e la pubblicazione dei relativi grafici come avveniva in precedenza”.

Sequestri e confische: la Sicilia fa la parte del leone
Risultano sottoposti a sequestro 16.748 beni, sugli oltre 133mila presenti nel database. Nel 2013-14, pur con dato ancora parziale, la Sicilia conferma di fare la parte del leone. Da sola, infatti, conta quasi un terzo del totale dei beni presenti in Banca Dati: ben 8.572 sui 29.809 registrati in tutta Italia, anche se rispetto alle rilevazioni precedenti perde due-tre punti in percentuale.

Il numero dei beni sottoposti a confisca, in via provvisoria o definitiva (44.284) è invece decisamente superiore a quelli sequestrati. Di questi, ben 31.953 sono riferiti al periodo 2010-2014. Vi è una forte prevalenza nelle regioni meridionali, con la Sicilia che nello stesso periodo ha sottoposto a confisca da sola il 32,4% dei beni.

I beni maggiormente interessati da proposte o provvedimenti dell’autorità giudiziaria negli ultimi cinque anni risultano essere gli immobili, che superano i 12mila. A questi seguono i mobili registrati, 4.557 nel 2013, e i mobili, 4.037. Parlando invece dei provvedimenti di confisca, al primo posto troviamo il mobile registrato (8.404), che ha avuto un forte incremento negli ultimi anni (più di 5mila beni con confisca definitiva dal 1° gennaio 2012 in poi), seguito dall’immobile (6.818). Sorprendentemente nella classifica delle confische definitive, subito dopo la Sicilia (al primo posto con 2.425 provvedimenti) troviamo il Piemonte, che arriva a contarne “solo” qualche centinaio in meno, 2.010. Terza la Calabria, con 1.025 beni, mentre Campania e Puglia si piazzano decisamente davanti alle regioni del resto d’Italia.

I beni destinati: su oltre 2mila in attesa assegnati solo 600
Sono in grande prevalenza utilizzati per motivi di ordine pubblico, (ben 553 sugli 895 totali) mentre al secondo posto (con 265 beni) troviamo quelli destinati all’affitto, alla vendita e alla messa in liquidazione. Quest’ultima categoria, dal 2010 ad oggi, ha subito un forte incremento. I beni immobili assegnati ai comuni sono per lo più destinati a scopi sociali, a dimostrazione delle necessità delle amministrazioni locali a risolvere, grazie alle innumerevoli richieste provenienti dal mondo delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni e delle cooperative sociali, le crescenti difficoltà finanziarie ed organizzative nell’ambito dell’assistenza sociale. “Lascia perplessi il fatto che – sottolinea la relazione – prendendo in esame il solo periodo 2010-2012, ci sono alla data del 30 settembre 2014 ben 2.514 beni immobili o aziende con un provvedimento di confisca definitiva, e quindi in attesa di un provvedimento di destinazione, mentre nel periodo più o meno analogo, tra il 2011 e il 2013, l’Agenzia ha comunicato di aver rilasciato destinazioni per poco più di 600 beni”.

Dopo il calo degli anni più recenti, nel 2013 sembra ci sia stata una ripresa con una grande incidenza delle destinazioni della Sicilia (il 54% del totale). Nello stesso anno, Sud e Isole sono tornate complessivamente a raggiungere cifre che si aggirano intorno all’80%. È sempre il distretto giudiziario di Palermo a detenere il primato (104 destinazioni nel 2013), seguono poi Caltanissetta con 100, Napoli con 48, Milano con 41. Tra gli altri distretti sono da evidenziare Roma, che conta 24 beni destinati nel 2013, e l’insolita Genova, che ne segnala 11.

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