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gianadelio-maletti-effdi AMDuemila - 30 aprile 2015
Lo scorso novembre i pm Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi erano volati a Johannesburg per sentire Gianadelio Maletti, dal 1980 rifugiato in Sudafrica, ex agente 007 dal ‘71 al ‘79 capo del reparto D del Servizio dedicato al controspionaggio, condannato nell’ambito delle indagini sulla strage di Piazza Fontana. Ora la Procura di Caltanissetta, è quanto scrive ilfattoquotidiano.it, ha aperto un fascicolo sui colleghi del processo trattativa Stato-mafia per un’indagine conoscitiva su quella rogatoria internazionale. I pm di Palermo avevano chiesto di sentire l’ex agente segreto in merito al passato dell’ex ufficiale del Ros Mario Mori, imputato al processo trattativa.
Durante l’interrogatorio era emerso che negli anni Settanta, aveva raccontato Maletti, ci furono “patti tra Servizi segreti e mafia”. E due rapporti, redatti dalla fonte Gian Sorrentino, proverebbero l’esistenza di un organico intreccio di interessi tra alcuni ufficiali di alto grado incaricati di tutelare la sicurezza dello Stato e le famiglie mafiose palermitane. Un gruppo, interno al Sid, al quale avrebbe fatto parte anche Mori, che sarebbe stato “vicino alla destra eversiva”. Insieme a lui altri cinque personaggi che avrebbero cercato di rallentare il corso delle indagini. Si tratta del colonnello Federico Marzollo, capo raggruppamento dei Centri, il colonnello Andrea Pace e tre civili: i fratelli Giorgio e Gianfranco Ghiron e l’avvocato Emilio Taddei. Proprio i due Ghiron sarebbero stati l’anello di congiunzione con Vito Ciancimino, ex sindaco mafioso di Palermo e diretta emanazione politica dei corleonesi. Nel ’75, però, i sospetti sui legami di Mori con l’estrema destra furono troppo evidenti e Maletti gli revocò l’incarico chiedendone l’allontanamento per un anno.

Ma le indagini sul passato di Mori al Sid non sono state accettate di buon grado dall’ex ufficiale, che insieme al coimputato Giuseppe De Donno ha presentato una denuncia a ridosso della trasferta dei pm in Sudafrica. Un documento che fa seguito ad un altro esposto in cui si lamentava che i tre magistrati avrebbero delegato la nuova inchiesta sul passato del generale al Sid a un ufficiale specifico, il tenente colonnello Giraudo, esperto di inchieste sull'eversione nera che ha indagato anche sulla strage di piazza Fontana, piuttosto che non a organi di polizia giudiziaria. Secondo gli ufficiali del Ros Giraudo non sarebbe "inserito in organismi di polizia giudiziaria e non risulta rispondere a superiore gerarchico sulle attività svolte". Contenuto inoltre nell’esposto il fatto che “Giraudo ha assunto ‘a sommarie informazioni’ il colonnello Mauro Venturi”, ex 007 oggi deceduto, il quale aveva riferito che Mori “eseguiva intercettazioni abusive sui suoi superiori, stilava esposti anonimi, alcuni dei quali redigeva recandosi nell’agenzia di stampa di Mino Pecorelli, direttore della nota rivista Op”.
Nel documento, inviato anche ad una serie di autorità, Mori e De Donno si lanciano contro i magistrati palermitani, impegnati nelle nuove indagini sulla trattativa “bis”, accusandoli di aver commesso una serie di illeciti. I due imputati giudicano infatti il loro operato “quanto meno poco ortodosso e in aperta violazione delle norme vigenti”, considerando illegittimo il viaggio in Sudafrica in quanto oggetto dell’interrogatorio sono fatti risalenti a molto tempo prima, sui quali “sono abbondantemente decorsi anche i termini di prescrizione”, episodi per i quali Mori e De Donno non sono stati mai indagati. Nell’esposto, tra l’altro, si chiede di conoscere chi avesse divulgato alla stampa “notizie relative alle indagini in corso” in merito alla rogatoria a Johannesburg. Su questo la procura di Caltanissetta ha già iniziato ad approfondire.

In foto: Gianadelio Maletti in uno scatto d'archivio

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