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IMG 8017di Sara Donatelli - 16 marzo 2015
“Grazie a questo progetto ho compreso come ci sono uomini che ogni giorno portano avanti la lotta alla mafia con un’ordinaria straordinarietà”. Sono queste le parole di Mirko Preatoni, l’autore (insieme a Mauro Baldelli) del docufilm “Fuori la mafia…” proiettato sabato pomeriggio presso la “Galleria Cascina Grande” di Rozzano, durante una conferenza organizzata dal Movimento delle Agende Rosse- Gruppo Peppino Impastato- Milano e dintorni. “L’idea è nata soprattutto quando ho avuto il piacere di conoscere il Maresciallo Saverio Masi: non solo testimone al processo sulla trattativa stato-mafia ma anche caposcorta del magistrato Antonino Di Matteo e dunque con una grandissima responsabilità anche nei confronti di tutti gli altri colleghi che compongono il dispositivo di scorta del PM. Saverio Masi è anche il Maresciallo che ha denunciato i propri superiori per la mancata cattura di Bernardo Provenzano prima e Matteo Messina Denaro poi, facendo nomi e cognomi e denunciando fatti ben precisi. Ed infine è un uomo che sta subendo un processo con l’accusa di aver contraffatto un verbale in seguito ad una multa di 106 euro presa durante le ore di servizio. La sua vicenda mi ha colpito tantissimo e da lì abbiamo scelto di dare vita ad un cortometraggio che presentasse non solo la sua storia ma anche quella di tante altre persone che ogni giorno con estrema dignità ed umiltà conducono un’estenuante lotta per la Verità e la Giustizia. Abbiamo scelto di raccontare questi avvenimenti sviluppando un percorso logico - continua l’autore - con l’intento di evidenziare soprattutto le numerose e palesi incongruenze nei vari processi, testimonianze, dichiarazioni ed indagini”.

L’evento ha visto una grande partecipazione da parte della società civile, ed il pubblico presente in sala si è mostrato profondamente interessato ai temi trattati, ponendo anche numerose domande ai relatori. Presente in sala, infatti, anche il giornalista di Antimafia Duemila Aaron Pettinari che ha posto l’accento sul ruolo fondamentale che svolge la società civile nella lotta alla mafia: “Il docufilm ideato da Baldelli e Preatoni ha sicuramente, tra gli altri, il grande merito di evidenziare come ogni cittadino può e deve fare la propria parte, in quanto sarebbe pericolosissimo demandare solamente alla magistratura il contrasto al fenomeno mafioso. I cittadini devono diventare delle vere e proprie sentinelle, compiendo quotidianamente la scelta di appoggiare questi magistrati, e non importa come, l’importante è farlo”. Il giornalista analizza inoltre quella che è l’odierna situazione a Palermo: “ Negli ultimi due anni abbiamo assistito a continui attacchi al processo sulla trattativa stato-mafia, ma anche ai magistrati impegnati in tale processo. Soprattutto nei confronti del Pubblico Ministero Antonino Di Matteo si è verificata una vera e propria escalation di minacce ed ordini di morte. Sicuramente questi sono segnali che stiamo procedendo verso la direzione giusta, ovvero verso il raggiungimento della verità. Ma il prezzo da pagare non deve essere l’ennesima strage. E’ purtroppo impossibile negare come tutte le più grandi stragi e i più grandi delitti consumati nel nostro paese sono tutti legati tra loro e presentano molti buchi neri, causati dai numerosi depistaggi. Ma in questo scenario, l’agenda rossa di Paolo Borsellino scomparsa subito dopo la strage in Via D’Amelio diventa sicuramente il simbolo di un’estenuante ed instancabile ricerca della verità”. IMG 8018Durante il dibattito è arrivato anche un messaggio di saluto e di ringraziamento da parte della vice sindaco di Rozzano ed Assessore alla Cultura Stefania Busnari che ha svolto un ruolo determinate nella realizzazione dell’evento ed in sala era presente il giovanissimo Assessore con delega alla legalità, La Guardia. Durante il dibattito in sala si sono anche ricordate le intimidazioni nei confronti del Procuratore Generale Roberto Scarpinato: “Non possiamo rimanere inermi a questi fatti, e soprattutto dobbiamo chiederci le motivazioni per le quali questi magistrati sono quotidianamente colpiti in diverse forme. Ed in tutto questo l’informazione svolge sicuramente un ruolo importantissimo. Molti giornalisti si ostinano infatti a parlare di presunta trattativa, ignorando non solo le sentenze che ne attestano l’esistenza ma anche e soprattutto le dichiarazioni dei protagonisti”, continua Aaron Pettinari. Il giornalista fa riferimento alla sentenza della Corte di Assise di Firenze del 6 giugno 1998, che recita così “L’iniziativa del ROS aveva tutte le caratteristiche per apparire come una trattativa, l’effetto che ebbe sui capi mafiosi fu quella di convincerli definitivamente che la strage era idonea a portare vantaggi all’organizzazione. Sotto questi profili non possono esservi dubbi di sorta, non solo perché di trattativa, dialogo, ha espressamente parlato il capitano De Donno (il generale Mori, più attento alle parole, ha quasi sempre evitato questi due termini), ma soprattutto perché non merita nessuna qualificazione diversa la proposta, non importa con quali intenzioni formulata (prendere tempo, costringere il Ciancimino a scoprirsi o per altro) di contattare i vertici di Cosa Nostra per capire cosa volessero (in cambio della cessazione delle stragi)… qui la logica si impone con tanta evidenza che non ha bisogno di essere spiegata”. L’evento di ieri si è dunque rivelato una grande occasione di riflessione e dibattito per tutti i presenti in sala. Il Movimento delle Agende Rosse- Gruppo Peppino Impastato- Milano e dintorni ha tra l’altro presentato una proposta per realizzare un murales, o un’opera equivalente, antistante il Comune di Rozzano per ricordare le stragi del '92-93 insieme ai magistrati che, ad oggi, con il loro lavoro stanno svelando le numerose verità nascoste. E' in programma anche una mostra pittorica di Gaetano Porcasi dall'11 al 19 aprile prossimo ed infine è stata presentata, presso il Consiglio Comunale di Rozzano, la richiesta del conferimento della cittadinanza onoraria nei confronti del PM Antonino Di Matteo. Nella speranza che anche questo Comune possa mobilitarsi in tal senso, di una cosa possiamo essere sicuri, ovvero che ieri a Rozzano si è respirato quel fresco profumo di libertà, tanto amato da Paolo Borsellino.

ANTIMAFIADuemila
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