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anno-giudiziario-pa-2015Aumento vertiginoso di femminicidi. In ascesa anche truffe e frodi
di Aaron Pettinari - 24 gennaio 2015
“Cosa nostra continua ad essere un'organizzazione potente, fortemente strutturata nel territorio, riconosciuta per autorevolezza da vasti strati della popolazione, dotata ancora di risorse economiche sconfinate ed intatte e dunque in grado di esercitare un forte controllo sociale e svolgere opera di proselitismo indubbiamente favorita dalla drammatica crisi economica attraversata dal paese”. A dirlo, nella sua relazione, Ivan Marino, presidente reggente della corte d'appello di Palermo durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. “Il panorama offerto dalle indagini - prosegue - mostra come rimanga incessante l’azione di riorganizzazione e consolidamento, svolta da Cosa Nostra attraverso i suoi più autorevoli esponenti rimasti all’opera e da quelli, autorevoli, tornati in libertà dopo l’espiazione di pene detentive e subito pronti a riaffermare il proprio carisma. Così non subisce arretramenti la sistematica imposizione del “pizzo” alle attività commerciali e alle imprese, così come la conquista del monopolio sul traffico di sostanze stupefacenti, altamente ed immediatamente remunerativo e non sottoposto (a differenza degli altri settori), alle ripercussioni negative della pesante crisi che grava ormai su tutti i campi dell’economia”. Importanti i risultati raggiunti nel contrasto alla mafia grazie all'impegno delle forze dell'ordine, ma anche grazie all'atteggiamento delle vittime, soprattutto nel caso delle estorsioni. “Sono sensibilmente aumentate le indagini con esito positivo - ha detto - scaturite dalle coraggiose denunce di commercianti e imprenditori”. Secondo i dati contenuti nella relazione del presidente Marino a Palermo le estorsioni sono un aumento, (515 contro 430) e i fenomeni di usura (95 contro 80), mentre sono aumentati del 15 per cento i reati di associazione di tipo mafioso: 82 nel 2013-2014 rispetto ai 71 dello scorso anno.

Boom femminicidi
Il “Presidente Vicario” snocciola i numeri e così viene messo in evidenza come nell'ultimo anno nel distretto giudiziario di Palermo (che include anche Trapani ed Agrigento) vi sia stato un vero boom di femminicidi. “Il numero di omicidi consumati nel 2014 è risultato di poco superiore a quello dell'anno precedente ma preoccupa il netto aumento di quelli contro le donne: in crescita anche i dati riguardanti i tentati omicidi, nei quali si registra del pari un aumento anche per quelli contro donne”. Basta confrontare i dati dello scorso anno quando gli omicidi di donne erano stati solo quattro mentre quest'anno sono addirittura venti. In tutto sono stati 61 i delitti (59 nel 2013). Quasi il doppio i tentati omicidi, passati da 45 a 80 e da 12 a 19 se analizziamo solo quelli contro donne.
Aumentano anche i reati contro la libertà sessuale, ossia pedopornografia e pedofilia (98%); stalking (+25%), e quelli informatici con un preoccupante + 252% per le frodi on line. Salgono vertiginosamente i reati legati alle frodi comunitarie (+246%), alla “tratta di esseri umani” (+27%) e quelli per il falso in bilancio (+75%). Sono calati invece del 6 per cento i reati contro la pubblica amministrazione (2568 contro i 2720 dell'anno precedente). Crescono, poi, i processi per reati di inquinamento e quelli connessi allo smaltimento dei rifiuti, mentre diminuiscono quelli per lottizzazioni abusive. E' stato poi evidenziato l'incremento del numero dei reati dichiarati estinti per prescrizione, che passa dai 2.300 del 2013 ai 3.000 dello scorso anno. Sul fronte della giustizia civile, i nuovi procedimenti sono 137.874, contro i 130.811 del 2013 e al 30 giugno 2014 sono stati registrati 145.670 procedimenti pendenti.

Spesa per le intercettazioni
Marino, nella sua relazione, ha reso noto che le spese per le intercettazioni nel 2014, nei confronti di 9500 “bersagli” è stata di 42 milioni di euro, anche se ha voluto sottolineare come “la loro utilizzabilità deve essere mantenuta ed eventualmente anche affinata, senza indulgere alle ricorrenti sollecitazioni a un ridimensionamento del loro impiego, sovente agitate all’insegna di esigenze di tutela della privacy, certamente esistenti, ma talvolta strumentalmente prospettate”.

Questione carceri
Altro aspetto toccato è infine la situazione che si vive nelle carceri dove si registra un “diffuso malcontento e si trovano a rischio i diritti, anche quelli fondamentali, dei soggetti ristretti”. Guardando i numeri dello scorso anno si nota che i detenuti sono diminuiti ma resta comunque una presenza maggiore rispetto al limite. “Finché rimarrà sul tappeto – ha aggiunto Marino – la ventilata possibilità di una nuova amnistia o di un nuovo indulto (che costituirebbe in effetti, almeno nell’immediato, lo strumento di più rapida soluzione delle problematiche di cui si discute), una larghissima parte della popolazione carceraria continuerà a coltivare quella forte speranza di anticipata liberazione che oggi la tiene in trepida attesa”.

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