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ospedale generico ansadi AMDuemila - 26 novembre 2014
Code d’attesa infinite, scarsa pulizia, medici e infermieri negligenti soprattutto perchè impossibilitati a svolgere il proprio lavoro in quanto privi di materiale essenziale per offrire un servizio di primo soccorso. Questo è il quadro che si è presentato a Valeria Grasso, testimone di giustizia, recatasi questa mattina a Villa Sofia assieme alla figlia e ad una sua amica M.C. entrambe reduci da un incidente avvenuto la sera prima. Dopo aver diagnosticato ad entrambe il trauma sembrerebbe che i medici abbiano dato le cure necessarie solo ad una delle due ragazze per mancanza di materiale, dimettendo M.C. senza valutare il rischio che la sua situazione salutare sarebbe potuta peggiorare. “Mi hanno dimessa dicendomi di comprarmi da sola il collare nonostante io dicessi al medico che avevo mancamenti, giramenti di testa e vedevo doppio” ha detto M.C. raccontando come alcuni operatori dell’ospedale siano stati impazienti e indisposti. Dopo pochi minuti dall’uscita dell’ospedale infatti la signora M.C. ha perso i sensi cadendo a terra per i forti dolori. “Mi domando – ha detto sconvolta la testimone di giustizia - difronte ad una situazione del genere, alle moltitudini di tasse che subiscono i cittadini è normale rispondere ad una persona non c’è il collare perché è finito? “.

“L’assistenza sanitaria è una diritto, è la tutela della vita” ha continuato Valeria Grasso spiegando come secondo lei “Alcuni medici hanno assunto questo atteggiamento perché sono messi in una situazione di non poter lavorare”. Di fronte a problematiche quotidiane di questa portata dove non si riesce a garantire l’assistenza sanitaria ai cittadini la testimone di giustizia ha evidenziato la necessità di chiedere “un’ispezione alla Borsellino (assessore regionale alla salute, ndr) in modo che tempestivamente si possa fare una verifica di  tutto quello che manca ai medici e agli infermieri per dare la giusta assistenza ai cittadini”.

A preoccupare ed angosciare la Grasso sono state anche le dinamiche ambigue dell’incidente in cui è stata coinvolta la figlia e l’amica.  Un tamponamento avvenuto nella serata di ieri il cui responsabile si sarebbe dileguato fornendo un nome che dai primi accertamenti fatti dalla testimone di giustizia risulterebbe non esistere. Ora i carabinieri stanno accertando di chiarire quanto avvenuto.
Data la situazione di pericolo in qui vive la famiglia di Valeria Grasso, essendo stata vittima nei mesi scorsi anche di pesanti intimidazioni, ogni fatto anomalo è motivo di allarme e allerta. “E’ normale che io vivo con l’angoscia ogni cosa –ha concluso la testimone di giustizia - Non è un gioco il mio…mi auguro che in giornata mi diano la notizia che lo trovano e che è tutto a posto anche se ho qualche dubbio”.

foto © ansa

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