di Antonio Ingroia - 22 novembre 2014
“Non posso credere alla notizia appresa dalla stampa che un sostituto procuratore della Corte dei Conti voglia effettivamente rinviarmi a giudizio per danno erariale perché, se fosse confermata la notizia, per come la leggo, sarebbe una vera e propria istigazione a commettere un reato”. Lo ha detto l’Amministratore unico di Sicilia E-Servizi, Antonio Ingroia. “Sono stupefatto
per due ragioni. La prima, di forma, per aver appreso dalla stampa notizie personali che non mi sono state ancora comunicate nelle forme di legge.
La seconda, di sostanza, perché l'iniziativa di questo PM contabile, se confermata, arriverebbe all’indomani di ben due sentenze del tribunale del lavoro di Palermo che affermano esattamente il contrario, confermando la piena legittimità, anzi la doverosità del mio operato. Il danno erariale che mi viene contestato riguarda l’assunzione di dipendenti dell’ex socio privato di SISE. Il tribunale del Lavoro, in due sentenze, mi dice esattamente il contrario, e cioè che io sono stato semmai troppo prudente perché quei lavoratori non solo andavano assunti a tempo determinato e dopo un periodo di prova, come io ho fatto, ma a tempo indeterminato e senza periodo di prova. Ho davanti a me dunque due strade: licenziare tutti per non aggravare il presunto danno erariale, come chiede questo PM contabile, e in questo modo chiudere dalla sera alla mattina servizi essenziali per i cittadini come il servizio 118 e il Cup, e così disubbidendo alla sentenza del tribunale del lavoro. Oppure adeguarmi alla sentenza del tribunale del lavoro, assumendo i lavoratori a tempo indeterminato. Ed è quello che farò anche per garantire tanti servizi essenziali per i cittadini siciliani. Questo PM contabile vorrebbe che io disapplicassi queste due sentenze ma io non posso farlo perché altrimenti commetterei un reato. Lui semmai, dopo aver rinviato a giudizio il presidente della Regione, mezza giunta regionale e perfino l'avvocato distrettuale dello stato che per quelle assunzioni aveva solo dato parere favorevole, oltre al sottoscritto che aveva solo messo doverosamente in esecuzione tutti gli antecedenti provvedimenti, per essere conseguenziale e coerente dovrebbe allora aprire un procedimento per danno erariale non solo nei miei confronti ma anche nei confronti dei giudici del tribunale di Palermo.
Insomma – conclude Ingroia - questa iniziativa e' così ingiusta, insostenibile e abnorme sul piano giuridico e istituzionale che se qualcuno volesse fare un po’ di dietrologia sulle sue ragioni ispiratrici sarebbe addirittura legittimato”.
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