Nel mirino le indagini sul passato dell’ex generale al Sid
di Miriam Cuccu - 14 novembre 2014
Dopo le ultime minacce, dopo la fuga di notizie sull’arrivo del tritolo a Palermo per Di Matteo, ad aggiungere ancora pressione al clima già pesante che si respira alla Procura di Palermo, un esposto in cui viene chiesto conto ai pm del pool trattativa Stato-mafia delle nuove indagini sul passato del generale Mario Mori al Sid (Servizio Informazioni Difesa). Tutto inizia da una denuncia, risalente ad ottobre, partita da Mori e dall’ex vice Giuseppe De Donno (entrambi imputati al processo). Nel documento, inviato anche ad una serie di autorità, dal presidente della Repubblica, alla procura di Caltanissetta, alla procura generale della Cassazione, Mori e De Donno si lanciano contro i pm Vittorio Teresi, Nino Di Matteo e Roberto Tartaglia, impegnati nelle nuove indagini sulla trattativa “bis”, accusandoli di aver commesso una serie di illeciti.
Secondo i legali i tre magistrati avrebbero delegato la nuova inchiesta sul passato del generale al Sid a un ufficiale specifico, il tenente colonnello Giraudo, esperto di inchieste sull'eversione nera che ha indagato anche sulla strage di piazza Fontana, piuttosto che non a organi di polizia giudiziaria. Secondo quanto dicono gli ufficiali del Ros Giraudo non sarebbe "inserito in organismi di polizia giudiziaria e non risulta rispondere a superiore gerarchico sulle attività svolte". Per questo motivo, nella denuncia viene chiesto di verificare se il tenente sia stato retribuito per le attività investigative svolte e si chiede al ministero della Giustizia di inviare gli ispettori per chiarire la vicenda. Di fatto nel corso dell’ultima udienza al processo di appello nei confronti di Mori, imputato insieme al colonnello Obinu per favoreggiamento a Cosa nostra era, in parte, trapelata la notizia. In quell’occasione il presidente della Corte Salvatore Di Vitale aveva comunicato l'arrivo di un esposto, presentato dalle difese, in cui “si lamenta che il tenente colonnello Massimo Giraudo ha assunto ‘a sommarie informazioni’ il colonnello Mauro Venturi” il quale aveva riferito che Mori “eseguiva intercettazioni abusive sui suoi superiori, stilava esposti anonimi, alcuni dei quali redigeva recandosi nell’agenzia di stampa di Mino Pecorelli, direttore della nota rivista Op”.
Per quanto è dato a conoscere non si tratta ancora di un procedimento disciplinare, ma la Procura generale della Cassazione, titolare dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati, si è già mossa contattando il procuratore generale di Palermo per rispondere sul punto: la “goccia” che corona una serie di eventi che nelle ultime settimane ha fatto salire la tensione alla Procura di Palermo. E che giunge proprio a ridosso della trasferta in Sudafrica del pool trattativa, che la settimana prossima interrogherà l'ex numero due del Sid, ormai novantenne, Gianadelio Manetti. L’agente del Servizio Informazioni Difesa, condannato per favoreggiamento in merito ai depistaggi dell'indagine sulla strage di piazza Fontana, dal 1981 gode della cittadinanza del Sudafrica, paese nel quale si era precedentemente rifugiato. La piega che ha preso l’indagine sulla trattativa “bis”, che si concentra su nuovi filoni e uomini presumibilmente appartenenti a ben più alti centri di potere, sembra non essere vista di buon occhio. E la “minaccia” di un’ispezione tra le carte dei pm non fa che aumentare la pressione psicologica che ruota attorno a questo processo che nessuno vuole, né la mafia, né tantomeno (ed è questa la cosa più grave) lo Stato.
In foto: Giuseppe De Donno (in alto) e Mario Mori (a destra)
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