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di AMDuemila - 14 novembre 2014
Pizzo agli imprenditori, il boss intercettato: “Al tuo buon cuore. Non stiamo chiedendo niente…"

Ricostruiti gli assetti criminali e le attività illecite più lucrose del mandamento di Brancaccio, tra i più importanti di Palermo. E’ l’operazione “Zefiro”, scattata alle prime luci dell’alba, dove la polizia di Palermo - in collaborazione con le squadre mobili di Milano, Napoli e Trapani e con gli agenti del reparto prevenzione crimine della Sicilia occidentale - ha arrestato 18 soggetti accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga e possesso illegale di armi. Tra gli altri, in manette anche Filiberto Palermo, cantante neo melodico conosciuto nel capoluogo siciliano con il nome d'arte di Gianni Clemente e animatore di feste di piazza.
Il quadro emerso è quello di un contesto in cui anche chi non fosse formalmente affiliato od organico a Cosa Nostra veniva adoperato per curarne gli interessi criminali ed economici.
L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Leonardo Agueci e dai pm Francesca Mazzocco, Caterina Malagoli ed Ennio Petrigni.

In manette fedelissimo dei boss Graviano
Natale Bruno è considerato il nuovo capomafia nonché diretta emanazione di Giuseppe e Filippo Graviano. I due boss, quando erano ancora latitanti, andavano in giro per Milano con la sua auto. Da vent’anni al 41bis, ancora riescono a disporre di fedelissimi all’esterno del carcere. Gli inquirenti hanno scoperto dalle intercettazioni che all’interno di un magazzino di via Gaetano Di Pasquale 8, Bruno riceveva i commercianti che pagavano lì il pizzo senza sospettare che quella stanza fosse imbottita di cimici. Ripreso dalle telecamere, un commerciante di casalinghi che aveva trovato Attak nei lucchetti del proprio negozio, si è sentito dire dal boss: "Al tuo buon cuore, attenzione. Non stiamo chiedendo niente... A Pasqua e Natale, quello che volete fare". Un commerciante di Bagheria si era rivolto ad un intermediario ed era stato portato nel magazzino di Bruno, dove era stato stabilito quanto pagare con quale cadenza. Qui il boss di Brancaccio aveva poi rimproverato aspramente Giuseppe Furitano, colpevole di essersi tenuto per sé una parte del pizzo estorto agli imprenditori locali. Furitano, per giustificarsi, fece l’elenco di tutti gli esercizi commerciali nei qual era passato a “batter cassa”. "Molti di questi esercizi li abbiamo individuati e nei prossimi giorni sentiremo i titolari", ha detto Nino De Santis, dirigente dello Sco. "Natale Bruno, nuovo capomafia di Palermo, è stato l'uomo che ha continuato l'attività di Cesare Lupo, arrestato nel 2011. È lui che ha proseguito nell'attività di sostentamento delle famiglie mafiose. I metodi sono sempre quelli tradizionali con l'imposizione del pizzo, le intimidazioni e lo spaccio di droga” è stata la dichiarazione di Agueci a margine della conferenza stampa.

Maurizio Costa, nella sua officina la 126 per via D'Amelio
Tra gli arrestati c’è anche Maurizio Costa, coinvolto nell’inchiesta sulla strage di via D’Amelio: proprio dalla sua officina, infatti, sarebbe passata la 126 imbottita di tritolo per uccidere il giudice Borsellino. Al tempo, ha spiegato Agueci, non venne provato il collegamento con Cosa nostra né se lui fosse effettivamente consapevole dell’utilizzo dell’automobile. Con “Zefiro”, però, sarebbero emersi i suoi legami con l’associazione mafiosa.

I nomi degli arrestati
Gli arrestati nel corso dell'operazione sono Natale Bruno, Giuseppe Bruno, Giuseppe Furitano, Maurizio Costa, Francesco Paolo Valdese, Pietro La Vardera, Vincenzo Di Piazza, Cristian Balistreri, Filiberto Palermo (nome d'arte Gianni Clemente), Patrizio Catanzaro, Giuseppe Cusimano, Mario Iannitello, Claudio Crocillà, Massimiliano Voi, Vincenzo Montescuro, Santo Cozzuto, Egidio Zucchini, Antonio Zucchini.

VIDEO Blitz a Palermo, arresti di mafia a Brancaccio

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