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minniti-marcodi Aaron Pettinari - 20 ottobre 2014
Per il sottosegretario: “Nessun 007 è entrato nelle carceri. Le operazioni 'Farfalla' e 'Rientro' sono regolari”
Il collaboratore di giustizia Flamia, quando parla di un incontro in carcere con un agente del'Aisi spacciatosi per avvocato, starebbe dicendo il falso. E' sostanzialmente questa l'opinione del sottosegretario con delega all'intelligence, Marco Minniti, ascoltato in audizione dal Copasir nell'ambito dell'inchiesta avviata sull'accordo stipulato tra Dap e Sisde per avvicinare alcuni detenuti sottoposti al 41 bis. Minniti avrebbe negato la circostanza, sottolineando che uomini dell'intelligence non sono entrati negli istituti di pena.

Tuttavia la Procura di Palermo ha aperto da tempo un fascicolo d’indagine a carico d’ignoti per omissione di atti d’ufficio dove al vaglio, oltre alla natura dei colloqui tra gli 007 e Flamia anche dopo la sua decisione di collaborare con la giustizia, ci sono soprattutto i rapporti borderline tra l’intelligence e i detenuti in regime di 41 bis. In particolare si cerca anche di capire se le dichiarazioni del pentito possano essere state indirizzate da qualcuno dopo che questi aveva messo in discussione l'attendibilità del confidente Luigi Ilardo, che aveva portato i Ros davanti al covo di Provenzano. Per Minniti però i Servizi non avrebbero avuto nessun contatto con il pentito e non avrebbero commesso alcuna irregolarità nelle operazioni 'Farfalla' e 'Rientro'. Nella sua audizione Minniti avrebbe fatto riferimento ai documenti del 2004-2005 sottolineando che per quanto riguarda l'operazione 'Farfalla', questa sarebbe nata con l'obiettivo di contattare alcuni boss in regime di 41 bis, allo scopo di contrastare la criminalità organizzata. Tuttavia, secondo il politico, non vi sarebbero stati esiti positivi con l'operazion, che prevedeva anche da parte del Sisde, il pagamento di notizie utili sarebbe fallita. Un'idea contraria a quella avanzata dalla Procura palermitana che sta cercando di capire la natura di certi rapporti partendo dal presupposto che nel protocollo, sottoscritto quando il direttore del Sisde era Mario Mori mentre Giovanni Tinebra era direttore del Dap, è inserita una clausola di “esclusività e riservatezza” per cui le informazioni rivelate dai principali capimafia detenuti sarebbero state girate all’intelligence e non invece all’autorità giudiziaria. Per quanto riguarda l'operazione 'Rientro', invece, Minniti avrebbe spiegato che era finalizzata alla cattura di un camorrista e che ha avuto successo. In entrambi i casi, avrebbe riferito il sottosegretario, le procedure seguite dal Sisde hanno rispettato le norme e non ci sono state violazioni. Nei prossimi giorni il Comitato, così come aveva deciso in seguito alle parole del vice presidente della Commissione antimafia Fava, ha programmato una serie di altre audizioni. Tra queste quella del direttore del Dis, Giampiero Massolo, il direttore dell'Aisi, Arturo Esposito, gli ex ministri dell'Interno e della Giustizia, Giuseppe Pisanu e Roberto Castelli.

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