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di Lorenzo Baldo - 7 ottobre 2014

Palermo. Sotto il palazzo di giustizia resta l’abbraccio della parte sana di questa città in solidarietà al Procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato. Al magistrato sono state recentemente potenziate le misure di sicurezza dopo la lettera di minacce recapitata al suo ufficio nella notte tra il 2 e il 3 settembre, seguita dal successivo rinvenimento della scritta “accura” (in siciliano “fai attenzione”) sulla porta di fronte alla sua segreteria, e soprattutto dopo aver scoperto che nelle immagini delle videocamere del suo ufficio mancavano proprio quelle dei giorni in cui si è verificata la seconda intimidazione. Questa mattina davanti all’entrata principale del palazzo di giustizia si è svolto un sit-in in suo sostegno al quale hanno partecipato numerosi studenti delle scuole superiori, insegnanti, collettivi universitari e diversi, esponenti dell’associazionismo antimafia (alcuni dei quali provenienti dal nord Italia), la figlia di Mauro De Mauro, Franca, la poetessa Lina La Mattina, tre deputati all’Ars del Movimento 5 Stelle tra cui Claudia La Rocca e l’assessore regionale al turismo Michela Stancheris. Al termine del sit-in una delegazione di studenti palermitani si è incontrata con il dott. Scarpinato.

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Dopo la solidarietà del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, della presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi e di altri esponenti del mondo politico, anche Claudio Fava, vicepresidente all’Antimafia, ha fatto pervenire il proprio messaggio. “Credo che occorra pretendere, in tutte le sedi politiche e istituzionali, la verità – ha sottolineato Fava –. Anzitutto sul ruolo dei servizi nelle vicende di questi anni assumendo il rischio, più che concreto, che parti degli apparati di intelligence abbiano operato per confondere, coprire, depistare... Ho chiesto che sul protocollo Farfalla e su quello che è accaduto a Palermo venga a riferire in parlamento il sottosegretario con delega ai servizi Minniti: il governo ha risposto di no. E di questo rifiuto dovrà assumersi ogni responsabilità”. “Credo che il modo più efficace di essere accanto al dottor Scarpinato in questo momento – ha concluso il figlio di Pippo Fava – sia quello di battersi, ciascuno con i propri mezzi e nei propri ruoli, per pretendere verità completa su ciò che sta accadendo e sugli interessi innominabili che si vogliono proteggere. Farò, faremo la nostra parte”. Poco dopo l'inizio della manifestazione è sopraggiunto il sindaco Orlando che ha ribadito la sua convinzione dell'esistenza di una trattativa tra Stato e mafia. "I magistrati che investigano sono al centro di una spirale perversa nella quale non si sa più dove finisce la mafia e dove iniziano i Servizi deviati, ma devono essere incoraggiati a trovare la verità". Tra i partecipanti si sono visti alcuni familiari di vittime di mafia: Vincenzo Agostino, sua moglie Augusta, la loro figlia Flora e il nipote di Placido Rizzotto. I due eventi di oggi sono stati organizzati da Scorta Civica Palermo in collaborazione con: Antimafia Duemila, Cittadinanza per la Magistratura, Scorta Civica Trapani, Muovi Palermo, Comitato Ventitré Maggio, Anpi, Agende Rosse, Contrariamente, Rum, Anaam, Legalità è Libertà, Fraterno Sostegno Agnese Borsellino, Libero Futuro, Professionisti Liberi. Nella stessa giornata si sono svolti sit-in simili a Roma, Milano, Udine, Grosseto e Pordenone. Domani sarà la volta di Oristano.

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