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di Lorenzo Baldo - 7 ottobre 2014
Palermo. “La mafia è stata una parte di quello che Giovanni Falcone chiamava ‘il gioco grande del potere’”. Non usa mezzi termini il Procuratore Generale di Palermo, Roberto Scarpinato, davanti alla piccola delegazione di studenti e rappresentanti di “Scorta civica” venuti a portargli personalmente la solidarietà dopo il sit-in di questa mattina davanti al palazzo di giustizia. “Nel 1989, dopo il fallito attentato all’Addaura – prosegue Scarpinato –, Falcone si rende conto che per lui il vero pericolo non nasce dalla mafia di Riina e Provenzano, ma dagli apparati che lui stesso definisce ‘menti raffinatissime’, apparati che hanno interessi convergenti con la mafia. A quel punto capisce che Cosa Nostra fa parte di un gioco più grande: il gioco del potere. Che è anche crudele, cruento, fatto di stragi”. I ragazzi ascoltano assorti. Poco prima, in un palazzo di giustizia nel quale possibilmente si riesce ancora ad eludere determinati sistemi di sicurezza, sono stati fermati all’ingresso in attesa di una sorta di lascia passare.
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“Abbiamo dato filo da torcere a Cosa Nostra – evidenzia il magistrato – e noi siamo sempre più forti come Stato. Tutti gli apparati di sicurezza stanno facendo il massimo nei miei confronti”. “Credo che la mafia si stia riprendendo, che stia cavalcando le logiche del nuovo mondo – spiega –, ha capito che c’è una domanda a livello mondiale ed è proiettata verso un mercato internazionale, sta cambiando ancora una volta pelle. Siamo di fronte ad una mafia degli affari, proiettata nel futuro”. Di fronte alla perplessità su cosa possono fare i giovani per contrastare “la mafia del futuro” Scarpinato è alquanto diretto: “dovete capire come ‘funziona’, ma soprattutto dovete studiare bene il modo in cui ‘funziona’ il potere proprio perchè il potere impedisce alle persone di comprendere il suo funzionamento. Ecco perché bisogna studiare la realtà, liberandovi da quei pregiudizi culturali che vi riempiono la testa di tante piste sbagliate”. Alla domanda su come si possa vivere sotto pesanti minacce il Procuratore Generale ricorda ai ragazzi che, così come per molti dei suoi colleghi, tutto ciò è legato a determinate “scelte” fatte tanti anni fa “con tutte le conseguenze che questo comporta”. “Speriamo che il nostro compito non sia solo quello di limitare i danni – conclude Scarpinato –, ma quello di costruire una società più giusta”.
Foto © Giorgio Barbagallo
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